Lacrime e commozione in Tribunale a Cagliari al processo per la morte di Letizia Trudu, la bambina di 11 anni travolta e uccisa dall’elica dello yacht dal quale si era appena tuffata con il padre e con amici nell’estate del 2015 a Santa Margherita di Pula.

Nell’aula del giudice Giuseppe Carta, dove si svolgono le udienze che vedono imputati per omicidio colposo il padre della piccola e il comandante della barca, oggi hanno testimoniato in lacrime i nonni materni di Letizia. “Era una bambina splendida – hanno raccontato piangendo – è un dolore immenso”.

Chiamati dall’avvocato Guido Manca Bitti che rappresenta la madre, costituitasi parte civile, gli anziani nonni hanno ricordato il carattere e l’intelligenza della nipotina, tragicamente scomparsa. Sul banco degli imputati, come detto, ci sono il padre di Letizia, Andrea Trudu, 48 anni, di Assemini, e il comandante dello yacht, Maurizio Loi, di 59, ex campione di windsurf residente a Serdiana. Secondo l’accusa – in aula rappresentata dal pm Alessandro Pili, titolare dell’indagine – il papà avrebbe detto alla figlia di tuffarsi nonostante la barca avesse ancora i motori accesi, mentre al capitano dell’imbarcazione si contestano violazioni delle norme sulla sicurezza della navigazione. Il processo proseguirà il 4 luglio con i primi testimoni delle difese.