Il 7 giugno è stata una grande giornata di mobilitazione in tutta la Sardegna contro i tagli al servizio sanitario regionale. Ad Isili, centinaia di persone hanno sfilato per le vie del paese, sfidando la pioggia battente, per poi confluire al quarto piano dell’Ospedale San Giuseppe, dove è avvenuta l’occupazione pacifica e simbolica della Direzione Sanitaria.
La popolazione ha fornito ancora una volta la testimonianza di un ampio dissenso contro la Giunta Regionale Pigliaru e le sue cosiddette “riforme”. A distanza di due anni dall’inizio delle proteste, il malcontento è in costante aumento, e lo sgretolamento del servizio sanitario continua incessante.
I piccoli presidi ospedalieri dell’isola soffrono le conseguenze di una riforma scritta male dalla politica ed interpretata peggio dall’Azienda per la Tutela della Salute guidata da Moirano. I cittadini hanno ormai capito che il continuo rimpallo di responsabilità è un “gioco delle parti” che serve soltanto a prendere tempo, in attesa che i presidi collassino in solitudine, malati di disservizio, di scarsa qualità, di mancanza di personale e di assenza di programmazione.
Per spezzare questo squallido progetto di dismissione i cittadini hanno oggi bisogno più che mai di una strategia di lotta supportata dagli amministratori locali. I Sindaci devono prendersi carico della vertenza con una determinazione propositiva ed una costanza partecipativa superiore al passato. I territori disagiati sono stati lasciati soli. Nessuno, a parte noi stessi, ci potrà venire in soccorso.
Lo dimostra il fatto che, nonostante la mobilitazione recente, la mancanza di due medici per il pronto soccorso sta mettendo in crisi il già esile servizio di chirurgia ambulatoriale, in quanto i medici chirurghi sono costretti a tamponarne le falle. Inoltre la recente perdita di un medico diabetologo ha rigettato il servizio nelle stesse condizioni di un anno fa, con un unico medico sovraccaricato, costretto a disdire gli appuntamenti.
La fase nuova che si è aperta dopo il 7 giugno richiede quindi un salto di qualità nella lotta. Richiede l’esercizio di una pressione politica incessante, costante, permanente! Questa pressione dovrà avere nell’immediato almeno due obbiettivi fondamentali:
1) una delibera di riapertura del reparto di chirurgia;
2) l’assunzione del personale idoneo al suo ottimale funzionamento;
3) l’invio urgente di un diabetologo da parte del distretto;
La riapertura della diplomazia e l’allentamento della pressione dovrà avvenire solo come conseguenza agli opportuni atti aziendali.
Approfittiamo di questo comunicato per ringraziare tutti coloro che hanno aderito alla bellissima giornata del 7 giugno, rendendone possibile la realizzazione:
I cittadini del Sarcidano-Barbagia di Seulo;
La Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica;
L’amministrazione Comunale di Isili;
La Presidenza della Comunità Montana;
I Sindaci del territorio;
La UIL;
L’USB (Unione Sindacale di Base);
Lo SPI – CGIL;
Medicina Democratica;
Il Comitato per la salvezza del Trenino Verde della Sardegna;
Le “Pink Lady”;
Il Nursind (Sindacato degli infermieri);
L’AVO (Associazione Volontari Ospedalieri);
Tutti gli organi di stampa che hanno raccontato la giornata (particolare menzione per CagliariPad, che ha documentato integralmente la mobilitazione)