Una roccaforte grillina della prima ora e un’altra potenziale. C’è molto interesse sui risultati delle amministrative ad Assemini e Iglesias. Circa 27mila abitanti ciascuno, sono i due Comuni della Sardegna nei quali potrebbe essere necessario il ballottaggio del 24 giugno per l’elezione di sindaci e consigli comunali. I giochi sono aperti perché in entrambi i casi si presentano al voto cinque liste. Ma non è questo il punto.
Il livello di attenzione è alto perché la tornata del 10 giugno ha tutta l’aria di diventare un laboratorio politico. Soprattutto nel caso di Assemini. Il sindaco uscente del Movimento Cinquestelle, Mario Puddu, non si ripresenta: non intende “sprecare” il suo secondo mandato perché punta ad essere il candidato governatore per le regionali di inizio 2019. Questo però dipenderà anche dalla prestazione della sua erede Sabrina Licheri. Se gli asseminesi la sceglieranno vorrà dire che hanno apprezzato i cinque anni di amministrazione Puddu. La 47enne presidente del Consiglio comunale uscente dovrà vedersela con un centrosinistra diviso: Francesco Consalvo, ex Pd, corre con una lista civica, mentre Francesco Lecis guida la lista dem.
Con Irene Piras, 51 anni dietista, ben nota al M5s dal quale venne espulsa a inizio mandato di Puddu, sostenuta in questo caso da componenti del centrosinistra e di ex Sel. Ma chi può mettere davvero a rischio l’egemonia pentastellata ad Assemini è il centrodestra, con Antonio Scano, leader di una coalizione che mette assieme Fratelli d’Italia, Riformatori, Proposta civica per Assemini, Forza Italia e Lega-Psd’Az. Dunque: la grillina Licheri si scontra con il partito di Matteo Salvini forte dell’alleanza, già rodata alle politiche del 4 marzo, con i sardisti. Si tratta di un primo test – così come negli altri comuni italiani – della situazione attuale che vede Lega e 5Stelle uniti a livello nazionale nel governo gialloverde ma opposti nelle competizioni locali, dato che il Carroccio è tradizionalmente un partito di centrodestra.
Ma è pure un primissimo test sul livello di gradimento del “Contratto per il governo del cambiamento” da parte dei cittadini. In questo caso, di quel 48% che alle politiche ha votato M5s, quasi un elettore su due. Più o meno come a Iglesias, dove il 4 marzo il Movimento ha preso il 46% dei consensi. Nel capoluogo del Sulcis però i grillini non hanno mai governato. Nel 2013 ottennero un grande risultato, solo che alla vigilia delle elezioni si divisero in due gruppi e nessuno riuscì ad avere l’autorizzazione per utilizzare il simbolo. Questa potrebbe essere la volta buona. Ci prova un giovanissimo studente lavoratore di 26 anni, Federico Garau.
Lo sfidano: Asmaa Oug, mediatrice culturale italo-marocchina di 46 anni alla guida di “Sinistra Sarda”; Carlo Murru, medico 54enne direttore dei presidi ospedalieri cittadini (già sindaco di Quartucciu) in corsa con “Adesso Iglesias”; Valentina Pistis, 32 anni, sostenuta dalle liste Pistis Sindaca, Cas@Iglesias, Iglesias in Comune, Fratelli d’Italia e Forza Italia; Mauro Usai, candidato del centrosinistra sostenuto da Pd e persino Udc. Un altro test in vista delle prossime regionali. Occhi puntati anche sul risultato di Macomer, 10mila abitanti, dove il candidato M5s Maurizio Cossu darà battaglia a Maria Luisa Muzzu (Uniamoci per Macomer) e soprattutto al sindaco uscente, l’esponente del Partito dei Sardi, Antonio Succu, in lizza con la civica “Democrazia e partecipazione”. Un test per le regionali anche per il PdS.