“La torre della centrale elettrica di Fiume Santo sarà demolita con modalità a forte impatto ambientale, difformi dal progetto originario”.

Lo denuncia Paola Deiana, deputata del Movimento Cinque Stelle, per la quale “i rischi per l’ambiente e il territorio sono gravi”. Nei giorni scorsi la conferenza di servizi convocata da Arpas ha fissato per mercoledì 6 la demolizione della torre. Considerato il suo deterioramento, i vertici di Ep Produzione, proprietaria degli impianti, hanno scelto di demolirla con micro-cariche detonanti e non coi mezzi meccanici. Dopo la torre meteo in ferro alta cento metri, abbattuta in novembre, ora tocca alla ciminiera in calcestruzzo da 150 metri e al vecchio impianto a olio combustibile. “Le demolizioni sono iniziate nel 2014 con E.On, che ha aggiudicato i lavori a una società specializzata – incalza – con una piattaforma montata in cima e un macchinario per erodere la struttura e gettare i materiali al suo interno, scongiurando un impatto ambientale non controllabile – spiega- anche perché la canna ha trasportato per anni fumi inquinati e va bonificata”.

Ora “Eph affida i lavori alla Ave, sua controllata, che riduce i costi utilizzando la dinamite per la demolizione – denuncia Deiana – è un metodo anteguerra, che non si usa più in nessuna parte d’Italia”. E tutto “senza una bonifica preventiva – prosegue – quando cadrà a terra, la torre conterrà residui di combustione e ceneri, ossia metalli pesanti e sostanze cancerogene, pericolose per la salute”. I suoi dubbi sono molti. “Come saranno trattate le macerie prodotte, che diventeranno rifiuti pericolosi, e i rottami? Che ne è delle prescrizioni ministeriali a garanzia del massimo recupero dei materiali?”, chiede. E ancora. “Inizia la stagione balneare, la zona è frequentata dai turisti – prosegue – chi garantisce la salubrità ambientale? Che rete di monitoraggio ambientale è stata organizzata?”.