“Deve pagare per quello che ha fatto. Deve pagare tutta la famiglia, suo padre e sua madre che lo hanno aiutato. Ma fin quando sarà in aula davanti a loro non dirà mai quello che è veramente accaduto, chi c’era con lui, chi lo ha aiutato”.

Lo ha detto, all’uscita del Tribunale dei minorenni dove si è svolta l’udienza preliminare, Umberto Durini, il padre di Noemi, la sedicenne di Specchia scomparsa da casa il 3 settembre 2017 e il cui cadavere fu ritrovato 10 giorni dopo sotto un cumulo di pietre nelle campagne di Castrignano del Capo (Lecce) e per il cui omicidio è imputato il fidanzato Lucio, oggi 18enne. Il padre di Noemi – accompagnato dal proprio legale, Francesco Zacheo – si è soffermato a parlare con i cronisti all’uscita del Tribunale.

“Le scuse non bastano. In casi come questo – ha aggiunto – si chiede perdono non si chiede scusa”. Poche parole da parte della madre di Noemi, Imma Rizzo: “L’ho visto sereno, come sempre”, ha detto la donna riferendosi a Lucio, che ha incrociato per la prima volta in aula dopo il delitto della figlia.

“Gliela facciamo giustizia a mia figlia, gliela facciano. Lei è sempre con me. Lo sa”, ha poi aggiunto la mamma di Noemi. Intanto, da fonti legali si è appreso che la decisione del gup di Lecce Aristodemo Inguscio di respingere l’istanza di messa alla prova avanzata dai legali del 18enne sarebbe da attribuire all’assenza, al momento, di evidenti segni di ravvedimento da parte di Lucio.