La storia dei Portuali di Cagliari è una storia molto complicata, anzi meglio dire “incasinata”, con alle spalle anni di lotta per il diritto al lavoro e per il diritto a portare a casa un tozzo di pane per la propria famiglia.

Anni di lotte, decine di sit-in, blocchi al porto, azioni di protesta davanti all’Inps e all’Autorità portuale, ma purtroppo per decine di lavoratori del Porto canale la soluzione è stato il licenziamento e poi il fallimento della Clp. Da marzo 2017 senza uno straccio di stipendio, senza diritti e senza la possibilità di trovare alternative credibili per sfamare le mogli o i mariti.

Portuali o camalli, così vengono chiamati gli scaricatori e i facchini al porto di Genova. Sono uomini e donne con grande dignità, sempre pronti ad aiutarsi e a rivendicare con forza i diritti essenziali, come quello alla casa. Sì, proprio il diritto alla casa che a un portuale rischia di essere negato giovedì 31 maggio, perché in quella data arriveranno nella sua casa l’ufficiale giudiziario con le forze dell’ordine per sbattere fuori da casa lui e la sua famiglia con i bimbi minori.

Tutto per una difficoltà economica di un uomo che ha sempre lavorato, sudato e combattuto per portare a casa da mangiare, ma che da marzo 2017 non vede uno stipendio per una grave difficoltà economica proprio di quell’azienda che a febbraio di quest’anno è fallita. Ma la storia non finisce qui: arretratati, naspi e Tfr arretrati, ma soprattutto la nuova assunzione nell’Agenzia del lavoro portuale. Sì, perché Gianluca ha un futuro nel porto di Cagliari, ma nell’immediato, lui come tanti altri è nella “merda”.

E allora perché non aspettare qualche mese prima di sfrattarlo e aspettare che gli arrivino le spettanze e il lavoro tanto agognato? Questo non è chiaro, ma ciò che è palese è che tante persone si stanno mobilitando per aiutarlo, dandosi appuntamento il prossimo 31 maggio alle otto davanti a casa sua, in via delle Serre 14 a Quartucciu. Non per creare tensioni o scontri, ma solo per chiedere un rinvio: l’ultimo rinvio prima della soluzione dei tanti problemi.

Oggi sarà un giorno importante per Luca, per sua moglie, ma anche per i portuali, perché ottenere questo rinvio sarebbe la vittoria di tanti portuali che hanno difeso insieme i diritti essenziali per vivere e per avere un domani.

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