Seggi aperti in Irlanda fino alle 23 per lo storico referendum sull’aborto. Più di tre milioni di persone decideranno se se allinearsi all’Europa e mettere fine al divieto, scritto in Costituzione, all’aborto. Il referendum punta a cancellare la legge che vieta l’interruzione volontaria di gravidanza praticamente in qualsiasi circostanza, incluso lo stupro. Agli irlandesi sarà chiesto se vogliono abrogare un articolo della Costituzione, meglio noto come ottavo emendamento: un articolo aggiunto nel 1983, che di fatto rende praticamente sempre illegale l’aborto, senza alcuna eccezione neppure in casi estremi come lo stupro, l’incesto o le malformazioni del feto.

L’aborto è consentito solo laddove sia in pericolo la vita della donna, un’unica eccezione che deriva dal Protection of Life During Pregnancy Act, un legge approvata solo nel 2013 in seguito all’ondata di pubblica indignazione per la morte nel 2012 di una donna incinta, alla quale era stato rifiutato un aborto. Attualmente in Irlanda chiunque procuri o aiuti una donna a procurarsi un aborto, al di fuori dei ristrettissimi confini dell’attuale legge, rischia una condanna fino a 14 anni di carcere.

Vengono invece tollerate le interruzioni di gravidanza eseguite all’estero; e questo spinge migliaia di donne ogni anno a ricorrere a questa soluzione per aggirare il divieto, viaggiando prevalentemente nel Regno Unito. In caso di vittoria dei sì, il premier liberale, Leo Varadkar, apertamente gay e appena insediato, ha promesso la legge: legalizzazione, senza restrizioni fino a 12 settimane di gestazione e, in caso di donne con problemi di salute, fino a 24. Dopo questo periodo, l’interruzione sarebbe concessa solo in caso di anomalie del feto o rischi gravi per la salute della gestante.

Fonte Agi.it