Un busto di Giovanni Falcone, e appena sarà pronto anche quello di Paolo Borsellino, nel giardino della Casa circondariale di Oristano. Il busto del magistrato ucciso dalla mafia 26 anni fa nella strage di Capaci è stato scoperto questa mattina, ed è stato il momento culminante della festa per il 201/o anniversario della fondazione del Corpo di Polizia penitenziaria.
A sollevare il telo che nascondeva l’opera realizzata dallo scultore Giuseppe Maccioni sono stati il direttore dell’Istituto di pena Pierluigi Farci e il comandante del Reparto della Polizia penitenziaria Salvatore Cadeddu. Accanto al busto di Falcone è già pronto il basamento sul quale sarà ricordato un’altra vittima della mafia, Paolo Borsellino, che di Falcone fu collega nel pool antimafia e che assieme a Falcone nell’estate del 1985 fu trasferito per motivi di sicurezza all’Asinara per preparare l’istruttoria del Maxi processo di Palermo.
L’arrivo nell’isola di Falcone e di Borsellino con le rispettive famiglie è stato ricordato dall’allora direttore del carcere dell’Asinara Francesco Massidda. La decisione di collocare nel giardino del carcere oristanese le statue di Falcone e di Borsellino, resa possibile dalla collaborazione dell’associazione Il Seme, non è casuale.
La struttura, come ha ricordato il comandante del Corpo di Polizia penitenziaria, ospita infatti un gran numero di personaggi di spicco non solo della Mafia siciliana, ma anche della Ndrangheta, della Camorra e della Sacra Corona Unita. Attualmente nelle celle del carcere sono rinchiusi infatti ben 175 detenuti di massima sicurezza (di cui 39 ex 41 bis) e altri 48 di media sicurezza.