Dipendenti dell’Associazione regionale allevatori (Aras) ancora in pressing sulla politica sarda per l’applicazione della legge 3 del 2009 sul superamento del precariato che disciplina la loro stabilizzazione all’interno dell’Agenzia regionale Laore.

In duecento circa, sotto il palazzo del Consiglio regionale, “non per protesta – ha voluto precisare la portavoce del Gruppo sit-in, Paola Naitana – ma per accelerare ciò che la politica sembra stia già facendo”. Il riferimento è per le interlocuzioni romane intavolate dagli assessori dell’Agricoltura e del Personale con il ministero di Marianna Madia, proprio per esaminare la situazione di 280 tra tecnici, agronomi e veterinari dell’Associazione regionale allevatori che operano nel contesto agricolo e zootecnico, garantendo servizi pubblici, sulla base di una convenzione con Laore. Dal ministero della Funzione pubblica c’è un’apertura a consentire l’ingresso in Laore, ma bisogna ancora individuare la giusta formula giuridica. “E il tempo stringe”.

Anche perché ieri è partita la nuova misura sul benessere animale: i dipendenti Aras dovranno garantire in un anno dalle 15 alle 45 ore di formazione nelle 10mila aziende zootecniche.

“Dopo la messa in liquidazione dell’associazione – fa notare il segretario regionale di Confederdia, Osvaldo Ibba – siamo rimasti senza direttore e quindi senza alcuna indicazione su come muoverci. Noi siamo disposti a sacrificarci, l’importante è che venga garantita continuità nelle retribuzioni”. Infine, “ricordo che è scaduto il contratto di 20 colleghi il cui lavoro è fondamentale per portare avanti la misura”. Una delegazione sarà ricevuta a fine mattinata dal presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau.