E’ finita 17 a 4, ieri pomeriggio al Palatiziano di Roma, la partita Italia-Cile, finale della ‘Dream World Cup 2018’, il campionatomondiale di calcio a cinque per persone con problemi di salute mentale. Nella nazionale italiana anche quattro giocatori sardi, tre dei quali – Cristian, Sergio e Silvio – provenienti dai ‘Fenicotteri’, squadra più volte vincitrice di tornei regionali e nazionali creata dagli operatori del Centro di salute mentale di Oristano per sperimentare lo sport come antidoto al disagio psichico e all’isolamento sociale che spesso ne è conseguenza.
In quattro giorni – le gare sono iniziate il 13 maggio, a quarant’anni esatti dalla promulgazione della legge Basaglia – la nazionale italiana di calcio a 5 ha scalato la classifica mondiale, affrontando Ungheria, Ucraina, Perù e infine Cile, squadre, le ultime due, che si sono aggiudicate rispettivamente il terzo e secondo posto. E sarà il Perù a ospitare la prossima Dream World Cup nel 2020.
Una grande festa, quella di ieri, a cui hanno preso parte anche l’allenatore Marco Tardelli, l’attore Pino Insegno, che ha condotto la telecronaca su Raisport insieme al regista Volfango De Biasi, il pugile Vincenzo Cantatore, preparatore atletico della squadra, oltre che lo psichiatra Santo Rullo, organizzatore del torneo. Oggi i campioni sardi saranno ospiti, insieme ai compagni della nazionale italiana, al programma di Rai Uno ‘La vita in diretta’, alle ore 15.00, per raccontare la loro avventura, e in tarda serata faranno ritorno in Sardegna per condividere insieme al resto della squadra dei Fenicotteri la loro vittoria.
«Al di là del brillante risultato sportivo – spiega il direttore del Dipartimento di Salute mentale e dipendenze di Oristano Gianfranco Pitzalis – il vero traguardo è stato dimostrare a se stessi e al mondo che anche le persone che vivono un disagio mentale possono essere degli ottimi atleti, ritrovare la gioia di stare con gli altri e fare squadra, riconquistare margini di autonomia e impegnarsi nella realizzazione di un progetto ambizioso come quello di vincere un mondiale di calcio. Per loro scendere in campo significa più che giocare una semplice partita di calcio: significa giocare una partita per riappropriarsi della propria vita, sociale ed emotiva».
Gli utenti presi in carico dai Centri di salute mentale della Ats-Assl di Oristano sono circa 2.500; quasi 800 mila quelli in cura presso i Csm (Centri di salute mentale) delle aziende sanitarie in Italia, mentre nel mondo, secondo le stime dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) son circa 450 milioni le persone che soffrono di disturbi psichici. Oggi, come dimostra l’esperienza della Dream World Cup, sono sempre di più i paesi e le istituzioni sanitarie che utilizzano lo sport, e in particolare il calcio, nella cura delle malattie mentali, come terapia complementare a quella classica.