“Abbiamo aggiornato il Presidente della Repubblica su come stiano avanzando le varie interlocuzioni tra M5s e Lega su quello che è il contratto di governo. Sia io che Salvini siamo d’accordo sul fatto che nomi pubblicamente non ne facciamo. L’accordo di governo è il cuore di questo governo di cambiamento che siamo intenzionati a far partire il prima possibile”. Lo dice il capo del M5s Luigi Di Maio, al termine del colloquio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il contratto di governo “sul modello tedesco – ha spiegato Di Maio -, mette dentro i punti programmatici delle due forze” M5s e Lega. “Noi lo sottoporremo ai nostri iscritti con un voto online che sarà chiamato a decidere se far partire questo governo con questo contratto o no”.

Secondo il leader dei pentastellati, M5S è consapevole delle scadenze internazionali, ma chiede “qualche altro giorno” perché si sta scrivendo “il programma di governo per cinque anni”. “Sono molto orgoglioso delle interlocuzioni e soddisfatti del clima che si respira – ha proseguito Di Maio -, ma soprattutto dei punti che si stanno portando a casa su temi come la legge Fornero, la lotta agli sprechi, la lotta alla corruzione, il carcere per chi evade, il fisco”.

Ai colloqui al Quirinale ha partecipato la delegazione M5S, composta dal capo politico Luigi Di Maio e i capigruppo Giulia Grillo e Danilo Toninelli.

In precedenza c’è stato un incontro tra il segretario della Lega, Matteo Salvini, insieme con Giancarlo Giorgetti, con il leader M5S, Luigi Di Maio e Vincenzo Spadafora. Alla Camera inoltre il tavolo tecnico su il programma di governo. “C’è da lavorare ancora”, ha detto il leader del Carroccio arrivando alla Camera. A chi gli chiede se torni l’ipotesi di Di Maio premier, come è circolato nei giorni scorsi, risponde secco “no”.

Resta ancora il nodo premier. Molti i nomi che circolano nelle ultime ore. Tra gli altri quello dell’economista Giulio Sapelli che aveva dato la sua disponibilità ma ha ricevuto lo stop di M5s. I nuovi colloqui del capo dello Stato dalle 16.30, prima riceve M5s, poi la Lega.

Non è Giulio Sapelli il nome del premier che sarà portato al Colle: a dirlo, interpellato dall’Ansa, il portavoce M5s. Anche fonti della Lega, interpellate al riguardo, non confermano che ci sia una indicazione per il professore di economia a Palazzo Chigi.

“E’ tutto vero. Sono stato contattato da entrambi le parti politiche e ho dato la mia piena disponibilità”, aveva detto Sapelli.

L’accordo sul premier è vicino ma ancora non c’è. Luigi Di Maio e Matteo Salvini si avviano al Colle su questo binario. Ma il nodo del premier, al momento, non è ancora sciolto: nella notte sono spuntate anche le opzioni “tecniche” rappresentate dall’economista Giulio Sapelli e dall’avvocato e docente universitario Giuseppe Conte, nome che sarebbe stato avanzato dal M5S. Sapelli, 71 anni, è uno storico ed economista torinese ed è stato membro, tra l’altro, dei Cda di Eni e Unicredit.

Conte, 51 anni, figurava tra i candidati ministri del governo M5S: avrebbe dovuto occupare la casella della Pubblica Amministrazione, ed è vice presidente del Consiglio di presidenza della Giustizia Amministrativa. I due sono frutto dell’estenuante trattativa che ieri, in tre tempi e luoghi diversi, ha visto riuniti Di Maio e Salvini fino a notte fonda.

Il punto cruciale, comunque, resta uno: chi, tra il M5S e la Lega cederà il passo sulla scelta del premier. Anche perché, a dispetto che sia un premier tecnico o politico, affinché Di Maio e Salvini arrivino ad un’intesa occorre che uno dei due dica sì alla proposta dell’altro. Anche per questo rimane in pista la carta del premier politico, visto che una figura tecnica continua a non convincere né il M5S né la Lega. Eppure forse è proprio la scelta di individuare un tecnico l’unica strada per uscire da un impasse che si sbloccherà solo nel pomeriggio sebbene Paolo Becchi, filosofo e ideologo del M5S, già in mattinata parli di “fumata bianca”.

“Per rispetto delle prerogative del capo dello Stato – ha detto il parlamentare della Lega, Nicola Molteni – Matteo Salvini e Luigi di Maio, presenteranno il nominativo unico e secco. Unitamente al nome verrà presentata anche la bozza di contratto che sarà la base programmatica, la Bibbia rispetto alla quale il nuovo governo, se nascerà, troverà i dettami politici su cui muoverà i passi. Se Salvini e Di Maio hanno il nome? Credo proprio di sì. Se non fosse stato così non avrebbero chiamato il capo dello Stato dicendogli di essere pronti a salire al Colle e a conferire. Il premier rischia di essere marginale, con un programma già scritto? Io credo che sia stato coinvolto. Magari era anche seduto a quel tavolo, non date tutto per scontato”.

Paolo Becchi, Docente di Filosofia del Diritto all’Università di Genova, ex collaboratore del M5S, ai microfoni di ‘6 su Radio 1’ dice che il nome del premier c’è: “Il nome è stato trovato – dice Becchi – c’è fumata bianca ma bisogna aspettare che venga comunicato al Presidente Mattarella”.

Stiamo seguendo da vicino l’evolversi della situazione politica in Italia. E siamo in modalità di attesa e quando avremo un annunciò faremo un commento”, così il portavoce della Commissione Ue, Margaritis Schinas, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano di commentare la situazione in Italia.