In attesa che da Roma arrivino notizie sull’eventuale stabilizzazione dei 300 lavoratori dell’associazione regionale degli allevatori, messa in liquidazione, la Copagri lancia un appello al Consiglio regionale perché trovi una soluzione che faccia dimenticare quella che viene descritta come una “pagina buia caratterizzata da una scellerata gestione privatistica di servizi pubblici che ha messo in crisi la zootecnia isolana e posto sul lastrico oltre i lavoratori, spesso di grande professionalità e capacità”.

“E’ giunto il momento delle scelte; l’assessore non ha presentato una proposta entro i termini stabiliti dall’Ordine del Giorno approvato recentemente dal Consiglio regionale. Lo faccia il Consiglio – dice il presidente regionale dell’associazione Ignazio Cirronis – Se gli esiti degli incontri romani saranno favorevoli per effetto di una corretta interpretazione dello spirito delle norme restrittive in materia di assunzione di personale, si lavori all’ingresso dei lavoratori in Laore; altrimenti si segua la strada di una società in house o di un’agenzia specifica sapendo che queste soluzioni non consentono partecipazioni da parte di privati, evitando soluzioni pasticciate che vedano il personale parte dentro e parte fuori”. Secondo il direttore regionale Pietro Tandeddu, occorre realizzare, anche per il comparto della zootecnica, “una programmazione e gestione pubblica unitaria dell’assistenza tecnica nelle sue diverse sfaccettature garantendo alle organizzazioni professionali Agricole di poter concorrere alla elaborazione dei programmi e al controllo della loro attuazione”. Infine propone che la Regione richieda il trasferimento dei beni “realizzati con denaro pubblico” e, al ministero, “l’accreditamento diretto per lo svolgimento di tutte le attività sinora svolte da Aras e Apa”.