“Dopo dieci anni di contenziosi per la ristrutturazione e l’ammodernamento del Cto di Iglesias oggi arriva la notizia del crollo del soffitto di una stanza attigua alla sala operatoria, fatto che mostra quanto i finanziamenti pubblici per l’ennesima volta siano stati utilizzati male, mettendo a rischio l’incolumità dei nostri medici e mostrando un grave atteggiamento superficiale nei confronti della salute dei cittadini”. Lo scrive Emanuela Corda, deputata sarda del Movimento 5 Stelle.

Già nel 2017 lei e la senatrice Manuela Serra avevano dato notizia all’interno di una situazione surreale: “Quattro sale operatorie nuovissime inaugurate nel 2016 e mai utilizzate insieme ad altri spazi che tuttora attendono l’agibilità”.

“Oggi il crollo del soffitto dell’ospedale – scrive la deputata – rappresenta l’ennesima notizia inquietante proveniente dalla Sanità sarda, che nei giorni scorsi ha dovuto fare i conti anche con i crolli del Santa Barbara di Iglesias e del Sirai di Carbonia. La sanità pubblica in Sardegna ha necessità di una revisione seria e puntuale, di progettazione e programma a lungo termine, non di comunicati stampa che difendono continuamente scelte sbagliate”.

“Che questa riforma sanitaria fosse un disastro era evidente dal principio” scrive Corda. “Da quando si è annunciato di voler tagliare la spesa affidando al direttore generale della Asl unica 300 mila euro di stipendio, il più alto d’Italia: un vero schiaffo all’etica in un momento in cui pretendiamo la massima sobrietà, ancor di più in un tema come la sanità. Ora pagheremo accorpamento, chiusura di interi reparti e allontanamento del servizio sanitario dai territori per il solo capriccio di avere una direzione unica ovviamente incapace di accogliere le esigenze delle zone più isolate come possono essere quelle di Carbonia e Iglesias. Con una serie di problemi annessi, come il numero delle guardie mediche che verrà ridotto a nulla, ovviamente a danno degli ospedali che si troveranno ad affrontare sempre più emergenze. Intere strutture come l’Ospedale Civile verranno inoltre abbandonate e saranno ennesimo esempio del degrado. C’è poi l’Areus, (Azienda regionale per l’emergenza urgenza) con la quale le incongruenze continuano considerando che mentre vengono tagliati i servizi essenziali e le strutture cadono a pezzi vengono contemporaneamente regalati fiumi di soldi a questa stessa struttura ibrida e a società esterne per servizi che esistono già, come l’Elisoccorso”.

“È ovvio che la Sardegna – conclude la deputata di M5s – i nostri medici, i cittadini non meritino questa gestione poco responsabile, soprattutto in uno dei settori più delicati come quello della Sanità”.