Un anno fa Doddore Meloni veniva arrestato per un cumulo di pene e portato nel carcere di Oristano-Massama. Il destino beffardo lo vide iniziare lo sciopero della fame e della sete proprio il giorno di Sa Die e sa Sardigna, lui che da sempre è considerato un personaggio di spicco e uno dei simboli dell’indipendentismo sardo.

A seguito delle sue condizioni di salute, come molti ricordano, era stato trasferito nel carcere di Cagliari-Uta, dove aveva proseguito lo sciopero della fame e della sete, aggravandosi fino a rendere necessario, nel giugno 2017, il ricovero in ospedale, al Santissima Trinità di Cagliari. Non sono bastati gli appelli della politica, sia regionali che nazionali, per chiedere che a Doddore venissero concessi i domiciliari. Il politico indipendentista, dopo una lunga agonia tra ospedali e carcere, è morto intorno alle 9 del 5 luglio 2017. Aveva 74 anni.

Autoproclamatosi il 2 settembre del 2008 presidente della Repubrica di Malu Entu, con la storica occupazione avvenuta il 26 agosto, divenne celebre per la richiesta di riconoscimento del nuovo stato all’ONU dell’Isola di Mal di ventre, a largo delle coste Oristanesi. Meloni nel 1981 fu protagonista insieme a una decina di persone del complotto indipendentista sardo, che gli costò 9 anni di carcere. Era recentemente imputato anche nel processo contro gli indipendentisti veneti. Era nato ad Ittiri (Sassari) il 4 maggio 1943, ma si trasferì giovanissimo a Terralba (Oristano).

Doddore Meloni fu il protagonista di una rubrica settimanale di Cagliaripad, chiamata Di Doddomenica.