Ma basta con questa carnevalata!
Ora avete le unioni civili, quindi unitevi senza romperci le scatole con questi culi all’aria!
Ma non potete manifestare in modo più sobrio? Così non verrete mai visti di buon occhio.
Si sta avvicinando il mese del Pride, le testate online iniziano a parlarne, e i leoni da tastiera non riescono a non occuparsi della questione. Anche quest’anno arrivano puntualmente: critiche, insulti, persino minacce.
Speriamo che l’America lanci un missile proprio il giorno!Abbiamo capito che siete di una razza diversa ma lasciateci in pace.Vi dono un po’ di esplosivo e due fiammiferi.
Anzitutto diciamoci la verità: il Pride non è offensivo, perché porta un messaggio politico di libertà. In realtà, a essere scandalose sono alcune pubblicità e trasmissioni, non solo televisive, in cui veline e perizomi sono all’ordine del giorno in qualsiasi fascia oraria.
È più che altro un luogo comune: alcuni organi di stampa estrapolano quelle poche immagini “indecenti” facendo credere a chi è a casa (e ad un Pride non c’è mai andato/a) che quella sia l’unica cosa che si vede in un corteo rainbow. La realtà è ben diversa: in piazza, a manifestare, ci saranno messaggi di liberazione sessuale ma anche tante famiglie, le coppie giovani e anziani single, eterosessuali e non, studenti, cani e magari anche chi metterà la giacca e la cravatta (anche se a luglio temiamo che soffriranno il caldo).
Il corteo del Pride non potrà mai essere una marcia silenziosa o un manifesto di decoro e compostezza.
Il Pride è per sua natura scomodo e destabilizzante, perché ha come obiettivo quello di rivendicare un momento storico (Moti di Stonewall) celebrare ciò che viene stigmatizzato, bullizzato ed emarginato. Resistere all’omologazione è un modo forte per esercitare il proprio diritto di autodeterminarsi, o, più semplicemente, di esistere. Libertà significa essere sé stesse e sé stessi, essere veri e vere qualunque sia il modo in cui ci sentiamo.
In questo senso, lo stesso Pride è una lotta e ha una profonda connotazione politica. Non fare il Pride, o farlo in modo “decoroso”, significherebbe accettare che dobbiamo essere tutte e tutti uguali, e che non si può neanche pensare di essere differenti o di mettersi in discussione.
Portare in piazza tutti i nostri colori ci permette di contrastare le voci di chi ci vorrebbe “ognuno a casa sua” e magari anche in una isoletta a parte, lontani dai loro occhi e dalle loro sensibilità facilmente urtabili.
Proprio per questi motivi c’è ancora molto bisogno dei Pride e dei tanti momenti di lotta INSIEME, per rompere i pregiudizi e amare l’altra persona per come è, a prescindere da come si veste o dai suoi gusti sessuali.
E quindi siamo scomodi, spettinate, fuori controllo? Bene. Ne siamo orgogliose/i!
Ci vediamo sabato 7 luglio a Cagliari, per una festa all’insegna dell’inclusività, del non giudizio e dell’autenticità.
Ci vediamo sabato 7 luglio a Cagliari, per una festa all’insegna dell’inclusività, del non giudizio e dell’autenticità.
Arc Sardegna