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Potrebbe essere interamente legato ai rilievi formulati dai consulenti del pubblico ministero Marco Cocco, l’iscrizione nel registro degli indagati di tre dirigenti dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente in Sardegna (Arpas) con l’ipotesi di rifiuto o omissione d’atti d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta sul presunto inquinamento alla Fluorsid, l’azienda di Macchiareddu del patron del Cagliari Calcio, Tommaso Giulini.

Secondo quanto si è appreso, infatti, i dati raccolti dagli esperti nominati dalla Procura risultano in conflitto con le conclusioni dell’Arpas, l’organismo pubblico chiamato a svolgere i controlli e le verifiche attorno allo stabilimento. I tre dirigenti dell’Agenzia, Davide Zaccheddu, responsabile delle bonifiche e dei siti contaminati, Rosina Anedda, a capo del monitoraggio, e Massimo Secci, direttore del dipartimento, dovranno comparire davanti al pm venerdì 27 aprile. Gli ultimi due saranno assistiti dagli avvocati Antonello Garau e Massimiliano Ravenna: nelle prossime ore decideranno come affrontare l’interrogatorio.

E’ quasi certo che il faccia a faccia verterà sulle critiche mosse dai consulenti dell’accusa alle verifiche ambientali effettuate dall’Arpas. Gli esperti della Procura avevano parlato di misurazioni inadeguate, contestando il sistema e i parametri utilizzati dall’Agenzia per condurre gli accertamenti. Che le verifiche fossero nel mirino del pm lo si era capito sin dalle fasi iniziali dell’inchiesta, affidata al Corpo forestale: un anno fa, quando il caso Fluorsid era deflagrato con l’arresto di tre manager dell’azienda e di altri quattro di ditte appaltatrici, gli inquirenti avevano da subito sottolineato come i controlli fossero stati “pochi e parziali”.