“Non per fare la voce fuori dal coro, ma davanti a tante retorica politica e una propaganda che scinde la comunità tra i buoni e i cattivi nell’approccio all’arte e la sua valorizzazione come risorsa, mi preme di considerare che le tre teste mozzate dai terroristi Casteddai ai giardini pubblici, risalenti alla fine dell’ottocento, sulle quali si esercitavano nella copia dal vero gli studenti del Foiso Fois quando una sede dell’Artistico era quella di Via San Giuseppe a Castello, esposte da due secoli agli agenti atmosferici privi di ciclici e programmatici interventi di conservazione, manutenzione e restauro, stessero progressivamente perdendo il modellato plastico.
In altre realtà metropolitane, la comunità la si educa anche attraverso gli ordinari interventi di manutenzione e restauro, interventi che muovono dalla connessione con le locali Accademie di Belle Arti.
Non si potevano programmare ciclici interventi di manutenzione?
Sarebbe accaduto lo stesso dite?
Evidentemente si, ma i terroristi non avrebbero avuto la giustificazione della palese ignoranza, avrebbero avuto ben chiaro quanto stessero danneggiando un patrimonio comunitario e pubblico acquisito.
Il futuro culturale e turistico di una città metropolitana, lo si progetta ponendo a sistema formativo e programmatico il proprio passato e questo a Cagliari non è mai avvenuto (nel nome di questo verrebbe da chiedersi chi sono i reali nemici dei Cagliaritani), un’Accademia di Belle Arti, a dirla tutta, andava programmata almeno due secoli fa, quando le tre Sculture dalle teste mozzate venivano poste in essere nei Giardini pubblici.
Ma poi, possibile che del patrimonio culturale e artistico della città, ci si renda conto soltanto quando viene offeso e deturpato?”.
Mimmo Domenico Di Caterino