Un documentario sui documentari. Qualcuno lo ha già definito così perché si parla di cinema.

Ma l’ultima opera di Peter Marcias, “Uno sguardo alla terra”, parla anche di ambiente, identità, migranti. Comincia dalla Sardegna, perché il punto di partenza è “L’ultimo pugno di terra” di Fiorenzo Serra, documentarista sardo noto anche a livello internazionale, ma arriva con immagini e parole anche in Cina e Filippine. Marcias è infatti andato in giro per il mondo e ha fatto vedere l’opera di Serra.

Poi ha chiesto a molti protagonisti della scena documentaria di oggi come Wang Bing, Brillante Mendoza, Josè Luis Guerin e Claire Simon, spunti, pareri e riflessioni. “Mendoza ci ha portato sul suo set, Wang Bing nella sua sala di montaggio – ha raccontato Marcias presentando a Cagliari la sua ultima opera – E Simon è rimasta talmente colpita che ha detto di voler fare un giro in Sardegna con la sua moto”.

Non solo in vacanza, ma anche come sopralluogo per un suo lavoro. Il docufilm di Marcias, produzione Capetown con il supporto della Società umanitaria cineteca sarda e il sostegno della Fondazione Sardegna film Commission e Sardegna Solidale, distribuzione Istituto Luce Cinecittà, sta già girando importanti festival internazionali, dal Regno Unito alla Cina. E dal 24 aprile comincerà a Nuoro prima un tour nazionale, poi europeo e mondiale con un appuntamento già fissato anche in Brasile. In autunno ci sarà anche una prima tv: segreto svelato da Marcias senza però fornire ulteriori particolari. “Uno sguardo alla terra” potrebbe non rimanere un episodio isolato, ma diventare una vera e propria serie. “Ci stiamo pensando – conferma l’autore – vogliamo allargare il giro delle riflessione ad altri registi”.

Un’opera che testimonia il buon momento del cinema sardo, secondo l’assessore regionale della Cultura Giuseppe Dessena. “Stiamo ottenendo importanti risultati – sottolinea – anche il tavolo che si è riunito recentemente è stato un ottimo segnale: c’è grande collaborazione e voglia di fare”.