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Il sistema trasfusionale della Sardegna ottiene il plauso del Centro sangue nazionale.

I risultati ottenuti in questi anni nell’Isola sono stati condivisi e promossi dal direttore del Centro Giancarlo Maria Liumbruno in occasione di un incontro organizzato oggi dall’assessorato regionale della Sanità con i responsabili delle strutture trasfusionali, l’assessore Luigi Arru e il dg dell’assessorato Giuseppe Sechi. I dati confermano il trend positivo: i donatori di sangue e di aferesi (componenti come il plasma o le piastrine) in Sardegna nel 2017 sono stati 57.398, a fronte dei 55.700 del 2016, 54.460 del 2015, 54.151 del 2014.

Le unità di sangue prodotte sono passate da 78.924 del 2014 a 85.061 del 2017, quelle importate extra regione sono scese dalle 32.912 del 2014 alle 26.135 dello scorso anno. L’attuale organizzazione del sistema è composta da otto strutture trasfusionali dell’Ats (Olbia con l’unità operativa di Tempio, Nuoro con l’unità di Sorgono, Oristano, Carbonia con l’unità di Iglesias, San Gavino, Lanusei, Alghero e Ozieri); due strutture dell’Azienda Ospedaliera Brotzu e dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari; una Unità Trasfusionale Banca del Sangue Cordonale a valenza regionale nell’Azienda Brotzu; tre Unità di raccolta (Avis Comunale e Provinciale Sassari, Avis Provinciale Cagliari). Con le relative strutture organizzative si arriva ad un totale di 42 punti di prelievo fissi più 11 mobili.

“I risultati positivi ottenuti, riconosciuti anche da Liumbruno, sono il frutto della programmazione fatta nel 2014 con la riorganizzazione del sistema trasfusionale e della raccolta sangue – sottolinea Arru – Abbiamo intrapreso la strada giusta e questo è stato possibile grazie al lavoro degli operatori e alla indispensabile collaborazione delle associazioni”.