“Pensare molto alla gente e non a questioni elettorali o di poltrone”. E’ il principio che ispira l’agenda dettata dal presidente della Regione, Francesco Pigliaru, per gli ultimi dieci mesi di legislatura. L’occasione è stato il primo vertice di maggioranza dopo la sconfitta elettorale subita dal centrosinistra il 4 marzo. Tre priorità emergono dopo quattro ore di riunione: “comunicare meglio ciò che è stato fatto, intensificare le azioni per stare più vicini a chi soffre attraverso Lavoras e il Reis, far arrivare subito i benefici di riforme importanti”, ha indicato il governatore.
Quanto al nodo sanità, il presidente è stato chiaro: “Abbiamo fatto una buona riforma, dobbiamo dimostrarlo vedendo in tempi brevi una riduzione delle liste d’attesa”. Nonostante l’assenza del Pds, il presidente continua a pensare che sia una forza di maggioranza. “Pongono delle questioni – ha spiegato – Ottana per esempio, oggi ce ne siamo occupati e lo faremo anche nei prossimi giorni, chi ha proposte per risolvere problemi avrà sempre il nostro ascolto, le porte sono aperte”.
Pigliaru risponde in questo modo anche a chi durante il vertice ha posto la questione. Come la consigliera del Centro democratico Anna Maria Busia, che ha chiesto a chiare lettere se una maggioranza esista ancora, sottolineando l’inopportunità dell’assenza del Pds. Oggi il vertice ha definito anche il calendario degli incontri della coalizione. Il prossimo, dedicato alla legge urbanistica, è in programma mercoledì 18 aprile, sempre in Consiglio regionale, mentre per il 27 è fissato il primo dibattito pubblico sul ddl.
I successivi tavoli riguarderanno la sanità, Forestas e l’attuazione di LavoRas. Qualche cenno sulla possibilità di modifica della legge elettorale naufragata prima ancora di nascere. Il presidente della commissione Autonomia, Francesco Agus, ha sottolineato che esistono i margini per apportare piccole correzioni: “per esempio sulle soglie di sbarramento”.
Sullo sfondo, secondo quanto appreso dall’ANSA, più di un malumore per la sanità: il ministero della Salute non si è ancora pronunciato sulla rete ospedaliera, in questo modo la riforma, di fatto, è congelata.