Il centro del centro del mondo, lì dove secondo Eschilo, nel Prometeo incatenato, Atlante reggeva il cielo. Cantato da Omero, Diodoro Siculo. Cercato dall’uomo attraverso le tenebre dei secoli e l’oblio dei millenni. E’ certo di averlo trovato (”almeno finché non mi smentiscono”), Sergio Frau, scrittore e giornalista, che già qualche anno fa seguendo le parole degli antichi aveva ”osato” infrangere ogni ”certezza” moderna, spostando le Colonne d’Ercole da Gibilterra al canale di Sicilia.
E individuando così nella Sardegna del II millennio a.C. la mitica Atlante, raccontata quasi come su una mappa da Platone proprio oltre le Colonne. Ora Frau compie un ulteriore passo nella sua inchiesta con ”Omphalos, il primo centro del mondo” (ed. Nur Neon.o, pp. 1154 – 40,00 euro), volume diventato anche una mostra con centinaia di foto, ricostruzioni, misurazioni e documenti, fino al 2 maggio nelle sale della Società Geografica Italiana a Roma.
”Il mio è il diario di un ignorante che si informa – racconta Frau presentando il progetto – Se nel primo volume ero partito da un dubbio sulle Colonne d’Ercole, questa volta ho cercato l’Occidente nei testi d’Oriente”. Obbiettivo, dare un senso, ma anche una geografia reale, alle parole degli Antichi e all’Isola di Atlante, la Sardegna che fino al XII secolo a.C. per Frau funzionò da Montagna Cosmica per tenere in ordine spazio e tempo nella preistoria. In particolare, nel libro si verificano due miti paralleli e forse coincidenti: Atlante e la sua Isola al Centro del Mondo (di cui parlano Platone, Omero, Esiodo, Socrate, Aristotele ecc.) e Amleto e il suo Mulino Cosmico, che teneva in ordine tempo e spazio nel Primo Mondo, quello dell’Età dell’Oro di Kronos, indagato da Giorgio de Santillana.
”La Sardegna era un terra ricchissima – racconta Frau – Aveva metalli, argento, montagne di ossidiana. Dominava sull’intera Tirrenia”. Cosa accadde dunque? Nel libro e nella mostra i due tasselli mancanti. ”Con i droni – spiega Frau – abbiamo censito un centinaio di Nuraghe sotto al fango”, testimonianza oggi di un’intera civiltà che sarebbe stata travolta da un terribile tsunami sul Campidano, lo Schiaffo di Poseidone. ”Forse un asteroide, forse una stella cometa”.
Sulla causa ancora non vi sono certezze, ma la posizione di fango e danni non lascerebbe dubbi: lì è arrivata una gigantesca onda da sud est, ovvero dal Golfo di Cagliari (molti gli studiosi possibilisti, come il geologo Mario Tozzi). ”Lì sotto – dice Frau – c’è una gigantesca Pompei del mare, ancora non studiata con decine e decine di nuraghi sepolti vivi. Solo le tre costruzioni che abbiamo scavato hanno restituito materiali e oggetti per tre piani di un museo”. Ecco allora che per lo scrittore basta misurare sul mappamondo il 40/o parallelo Nord (lo stesso di Pechino, della Via della seta, del Caucaso di Prometeo, di Samarcanda, dell’Athos in Grecia), per rendersi conto che lì, proprio al centro, perfettamente equidistante dalle coste pacifiche di Giappone ed America, c’è un’isola che sbuca dal mare, la Sardegna.
L’Omphalos, l’ombelico del mondo per i Greci, ma anche per la cultura mesopotamica, indiana, cinese, potrebbe essere Sorgono, piccolo comune della Barbagia con la sua selva di menhir del II millennio a.C e la chiesa di San Mauro con il rosone più grande dell’isola che li guarda. Secondo gli Egizi e l’archeologo scomparso Giovanni Lilliu, la Civiltà Nuragica sarebbe finita nel 1175 a.C., ma per Frau i sopravvissuti si sarebbero diretti sulle coste italiche. Sarebbero ”i primi Etruschi”, assicura indicando reperti dai tratti molto simili. ”In fondo, Plutarco in Vita di Romolo ce li dice Coloni dei Sardi. Perché non credergli?”