Quella del Moby Prince “è una strage che ancora oggi resta impunita, come troppo spesso è accaduto nella storia più o meno recente di questo Paese”. Lo ha detto il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, durante la commemorazione del 27/o anniversario del disastro del Moby Prince, il traghetto a bordo del quale morirono 140 persone dopo essersi incendiato a seguito di una collisione con una petroliera nella rada livornese il 10 aprile 1991.
“Per anni – ha aggiunto Nogarin – abbiamo dovuto convivere con un’insopportabile omertà. Abbiamo dovuto digerire il fatto che questo episodio fosse venduto all’esterno come un mero incidente. In tanti, a cominciare dai familiari delle vittime, non si sono mai rassegnati a questa verità ufficiale. Hanno continuato a scavare, a fare domande, a pretendere risposte. Ma questo è un Paese che ha un’innata capacità di tenere ermeticamente chiusi per decenni gli armadi della vergogna. E per sconfiggere questa resistenza endemica alla verità, alla forza di ciascun parente delle vittime della strage del Moby Prince, si è dovuta aggiungere qualcosa in più: la volontà politica di fare chiarezza. E in questo caso la politica ha un nome e un cognome: voglio ringraziare il presidente della commissione parlamentare d’inchiesta, Silvio Lai, perché è grazie al suo lavoro e a quello dei commissari se oggi l’unica nebbia che avvolgeva la verità sui fatti di 27 anni fa si è diradata”.
Ora, ha concluso il sindaco livornese, “i tempi sono maturi per avere tutte le risposte, tutti i dettagli: per conoscere i nomi di chi poteva controllare e non l’ha fatto, di chi doveva indagare e ha preferito guardare altrove, di chi ha pensato di poter silenziare un’intera comunità diffondendo informazioni fuorvianti se non addirittura false”.