“Dal 2012 al 2018 non ci sono state prove di uso di agenti velenosi”, a dichiararlo alla TASS, l’Agenzia ufficiale d’informazioni della Federazione Russa, è il medico della Mezzaluna rossa Mohammed Adnan Tbanga. “Ho lavorato nell’Ospedale Centrale di Douma per 7 anni. C’è stato un incidente nel gennaio scorso quando abbiamo avuto 6 pazienti con problemi respiratori. Dopo una serie di approfondimenti medici, non abbiamo rilevato la presenza di agenti tossici. Sottoposti a terapia con ossigeno, non abbiamo rilevato prove di uso di agenti velenosi”, conferma Seif Aldin Hobia, altro medico operante nell’area. Pertanto, gli specialisti della Mezzaluna arabo-siriana non hanno rinvenuto prove dell’uso di armi chimiche dalle truppe governative nella città di Douma, nell’Est Ghouta.
Il Direttore del Centro Russo per la Riconciliazione tra le parti in conflitto in Syria, il Generale Yury Evtushenko, nelle immediate ore successive all’intensificazione degli sforzi militari per la liberazione della città di Douma dagli islamisti di Jaish Al-Islam, ha rigettato con forza l’attribuzione del Dipartimento di Stato USA della responsabilità del presunto uso di armi chimiche: “Con fermezza respingiamo queste illazioni e dichiariamo che dopo la liberazione della città di Douma dai ribelli invieremo immediatamente gli esperti russi per le armi chimiche e batteriologiche per raccogliere campioni, a conferma della natura ingannevole di queste affermazioni”.
Il Ministero degli Esteri della Federazione ha inoltre denunciato la “fabbricazione di una serie di fake news circa l’uso di cloro e di altri agenti chimici attribuibili ai governativi” da parte di forze che rifiutano la tregua, in particolar modo puntando il dito verso la ‘protezione civile’ siriana dei White Helmets (culla di esponenti di Al-Qaeda e Al-Nusra, ndr) che, più e più volte, si è resa protagonista di costrutti cinematografici per giustificare l’intervento esterno e rompere, de facto, l’avanzata dei lealisti. Esattamente un anno fa il bombardamento del villaggio di Khan Sheikhun, vicino Idlib, laddove l’uso ‘certissimo’ del gas Sarin da parte delle truppe di Assad è stato smentito, per giunta, dal Segretario alla Difesa USA James Mattis, lo scorso 2 febbraio.
A suffragare quanto sostenuto in precedenza, nelle ultimissime ore la polizia militare russa entrante nella città di Douma ha testimoniato l’assenza “di tracce di un attacco con armi chimiche” come riportato dall’agenzia araba Al-Masdar News.