E’ iniziato il conto alla rovescia per la definizione di un nuovo tracciato della linea della metropolitana leggera che dovrà collegare Cagliari e Quartu Sant’Elena, terza città più popolosa della Sardegna.
In occasione di un incontro pubblico il sindaco metropolitano, Massimo Zedda, aveva definito il progetto sinora condiviso come il caso più evidente di speculazione edilizia, per questo l’assessore regionale ai Trasporti Carlo Careddu, anche per evitare uno spreco di risorse pubbliche, ha invitato l’amministratore unico di Arst, Chicco Porcu, a non dare “ulteriore seguito alle attività di progettazione in corso relativamente al tracciato” contestato.
Adesso però inizia una corsa contro il tempo perché il bando, ricorda la Regione, dovrà essere aggiudicato entro il 31 dicembre 2019 “pena la perdita delle risorse finanziarie disponibili”. Tutto da rifare, dunque, quando ormai la procedura si trovava a buon punto.
D’altra parte, spiega Careddu, “il tracciato della metropolitana è stato da tempo condiviso da tutte le amministrazioni interessate (Città Metropolitana, Comuni di Cagliari, Monserrato, Quartucciu, Quartu, Selargius e Regione) come emerge dal verbale della riunione del 18 aprile 2017 mai emendato dalle stesse amministrazioni”.
Quindi nemmeno dal sindaco Zedda. In ragione della condivisione di quasi un anno fa, “Arst – ricorda il titolare dei Trasporti – ha già avviato la progettazione preliminare propedeutica alla pubblicazione del bando e all’aggiudicazione della gara”. Un lavoro, questo, che con ogni probabilità si rivelerà inutile, dato che le amministrazioni dovranno individuare un nuovo e definitivo tracciato. La Regione, da parte sua, chiede ora massima velocità, proprio per non perdere i fondi. Su questo rischio si concentra il consigliere regionale dei Riformatori, Michele Cossa.
“Un immane spreco di soldi pubblici, a cui si andrà ad aggiungere la insostenibilità economica. In dieci anni – denuncia l’esponente dell’opposizione – l’unica cosa concreta che si è vista è il tratto Gottardo-Policlinico, una cosa che ridicolizza la Sardegna agli occhi di tutta Europa”.