Undici sedi sarde dell’Inps su 19 rischiano di scomparire: sono i punti dei piccoli Comuni, soprattutto dell’interno, che non rispondono ai parametri stabiliti per la riorganizzazione dell’istituto. È la denuncia di Fratelli d’Italia che presenterà un’interrogazione anche in Parlamento con il deputato sardo Salvatore Sasso Deidda.
E che continuerà a chiedere risposte anche alla Regione, con il consigliere regionale Paolo Truzzu. In campo anche gli amministratori dei piccoli centri: “La sede a Isili – ha spiegato il primo cittadino Luca Pilia – è già stata declassata da agenzia a punto con perdita di personale e riduzioni delle aperture. Ora con le nuove regole basate sulle statistiche, a cominciare dalla popolazione residente di 60mila abitanti, si rischia la chiusura di un servizio molto importante per la comunità”.
Per questo FdI ha organizzato un sit-in proprio davanti alla sede Inps di viale Regina Margherita a Cagliari. Con una emblematica scenografia: una bambola con il vestito tipico di Desulo che tiene in mano un cartello con la scritta “Se lo Stato taglia tutti i servizi, perché pago le tasse di chi li ha tutti?”. “Il Ministero – ha detto Sasso Deidda – deve riconoscere la specificità della Sardegna: qui è un grande centro anche quello da 15-20mila abitanti”.
Tra gli altri parametri previsti dal Modello di presidio territoriale dell’Inps, oltre quello dei residenti, anche la presenza di almeno dieci unità di personale. La richiesta al ministro è quella di correggere il tiro. Ma c’è un altro problema in arrivo: “Domani – ha avvertito Truzzu – è in programma una riunione in assessorato regionale per un protocollo per le pratiche di invalidità all’Inps. E si va definendo un quadro preoccupante: la commissione per le erogazioni potrebbe non avere più al suo interno il medico della Asl, ma medici assunti dall’Inps. Con il rischio, tra l’altro, che gli utenti debbano rivolgersi non più alle sedi Asl ma alle sedi Inps. Che sono di meno e più difficilmente raggiungibili”.