La stazione spaziale cinese Tiangong 1 non cadrà su America settentrionale e centrale né su gran parte dell’Australia: sono queste le prime aree escluse dai possibili luoghi sui quali potrà avvenire il rientro del veicolo spaziale, insieme a parte della Nuova Zelanda e al Madagascar. Lo indicano i calcoli fatti da Carmen Pardini, dell’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione ‘A. Faedo’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). Comincia così a restringersi la vasta area di rischio compresa compresa fra 43 gradi di latitudine Sud e 43 gradi di latitudine Nord, ma secondo gli esperti il nuovo scenario lascia invariato, ossia molto ridotto, il rischio di un eventuale rientro sull’Italia.

Al momento il rientro della stazione spaziale cinese Tiangong 1 è previsto alla mezzanotte Utc (Tempo coordinato universale), ossia alle 2.00 del mattino italiane più o meno sei ore. Il periodo del possibile rientro, si apprende dall’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione ‘A. Faedo’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), è quello compreso fra le 20,00 del primo aprile e le otto del mattino del 2 aprile. Attualmente la Tiangong 1 si trova alla distanza da Terra compresa fra 166 e 176 chilometri e continua a scendere molto lentamente a causa delle condizioni estremamente tranquille dell’atmosfera, molto rarefatta, come indicano i dati dello Joint Space Operations Center (JSpOC) del Comando Strategico degli Stati Uniti.