“Un atto di inaccettabile intrusività ed una grave violazione delle disposizioni poste a tutela delle fonti e della libertà di espressione del giornalista”. E’ quanto evidenzia il coordinamento delle Camere penali della Sardegna commentando la notizia delle perquisizioni nella sede della redazione di Olbia del quotidiano La Nuova Sardegna che hanno coinvolto la postazione di lavoro, ma anche il domicilio e la persona, della giornalista Tiziana Simula e del contestuale sequestro dei telefoni e pc personali e professionali.

Esprimendo “forte contrarietà e preoccupazione in merito all’iniziativa adottata dalla magistratura ed alle modalità di esecuzione adottate”, il coordinamento parla di “un fatto senza precedenti, nonostante la pubblicazione di notizie riguardanti l’esistenza di indagini in corso sia pressoché quotidiana. S

i è, però, sempre trattato di indagini concernenti ‘cittadini comuni’ e non magistrati – osservano i penalisti sardi riferendosi alle notizie pubblicate dalla cronista – Forse, in questo, quindi, sta la differenza rispetto agli altri casi e la conseguente decisione di cercare la fonte della notizia con metodi intimidatori”. Infine viene espressa alla giornalista e al quotidiano “ampia ed incondizionata solidarietà”.