Non essendoci mai stato un Rinascimento Cagliaritano, l’unica idea dell’arte e dell’artista Cagliaritano è quella mercantile, del “si vende” o “non si vende”. Nessuna autonomia dell’arte e degli artisti, nessun territorio di ricerca o di confronto Accademico, dal momento che un’Accademia non c’è mai stata.

Voi direte che anche l’idea di base delle Accademie, quell’idea che si è espansa dal Rinascimento toscano in ogni grande capoluogo Europeo (tranne Cagliari), era figlia di una idea Medicea di committenza e di formazione al sapere per rispondere alla committenza, vero, ma quella committenza non era consumismo di massa, non era un’idea d’arte subalterna ai mercati, era una idea di committenza che vedeva l’arte come strumento principale di rinnovamento culturale di popoli e di territori, l’arte era uno strumento per migliorare la loro vita.
Perché dico che Cagliari non è Napoli (o Pisa, Firenze, Venezia, Torino, Milano o quello che volete voi)?
Perché Cagliari, ha rivelato nei secoli l’incapacità di porre a sistema identitario pubblico il suo patrimonio umano culturale come ricerca di senso culturale comunitario.
Eppure nell’isola tutta, da millenni, il motore della ricerca artistica, non è quello del capitale, ma del rituale, spirituale e religioso.
L’arte è la storia di un territorio e di una comunità, è la sua identità, è pregare, è lavorare, è discutere, è combattere, è muoversi nella storia di un territorio tra umanità e socialità.
Il rituale diventa autonomia e ricerca artistica nei territori, proprio attraverso le Accademie di Belle Arti.

Con le Accademie l’artista prendeva le distanze dall’artigiano.
Con la modernità si è andati anche oltre, si è cominciato anche a rifiutare la committenza nel nome della propria autonomia intellettuale e culturale, in quel momento l’artista è diventato anche commerciante di sé nella sua comunità, rituale, Accademia e mercato sono sequenziali, sono il sistema di formazione dell’artista nel territorio, sono il sistema che forma l’artista con il suo territorio.
Pensateci, i contenuti degli artisti bohémien, sono diventati oggi, i contenuti del valore di consumo di massa dell’arte (edonismo, culto del sé, unicità ed etica espressiva, ricerca d’esperienze), nella pratica l’artista è divenuto il padrone del suo consumo.A Cagliari manca ancora un’Accademia di Belle Arti quando al mondo ci sono migliaia di mostre e decine di migliaia di opere d’arte esposte al giorno e innumerevoli artisti professionisti.
Possibile che il tempo nell’arte si sia formato soltanto a Cagliari?
Si moltiplicano di anno in anno Biennali e Fiere d’Arte internazionali, circuiti che espongono all’anno centinaia di migliaia d’artisti e Cagliari città metropolitana non ha ancora un’Accademia di Belle Arti?
Questo in un sistema economico dell’arte dove il mercato dell’arte, in piena crisi,vende un quadro di Mirò, artista catalano, da Sotheby’s per 20,2 milioni di euro (nel 2012), Mirò artista catalano, in Catalogna un’Accademia di Belle Arti a Barcellona c’è dal 1400, non sarà uno dei motivi per i quali un artista sardo non ha mai raggiunto una tale quotazione?
Nelle aste pubbliche i bronzetti nuragici si vendono a 50000 euro, meno di un monolocale, escono in pratica da una bustina di patatine.

Le Accademie di Belle Arti oggi sono il vero mercato del lavoro, l’organizzazione dei mestieri dell’arte contemporanea passa per i free lance, per lavori flessibili e contratti atipici, sono il luogo di proliferazione di quel poco che resiste del lavoro salariato.
Le Accademie di Belle Arti, sono il laboratorio che consente alla cultura territoriale locale, d’immettersi nel produzione artistica del mercato globale, complicato senza il loro nodo protezionista di sistema passare e farsi legittimare da Christie’s e Sotheby’s.
Non è questo il secolo degli artisti come categoria maledetta, oggi gli artisti sono la classe creativa o se preferite i manipolatori di simboli, sono dei nodi di rete intorno ai quali si muovono critici, curatori, galleristi, fotografi, grafici, designer, animatori, scenografi, produttori, stilisti, traduttori, professori e Maestri d’arte, vi sembra poco?
Chiaro cosa vorrebbe dire un’Accademia a Cagliari?
Ve lo chiedete come mai, oggi nel mondo, è altissimo il numero di Licei Artistici e Musicali, Conservatori e Accademie?
Sono i luoghi dove ci si forma al mestiere dell’arte e della cultura, della comunicazione, della moda e della grafica, i luoghi frequentati dai giovani che ambiscono a vivere della propria arte, sono i luoghi del passaggio e dell’innovazione culturale.

Mimmo Domenico di Caterino