Gli agricoltori della Nurra scenderanno in piazza lunedì 26 marzo, a Sassari, per protestare contro quello che giudicano l’immobilismo della Regione nell’affrontare e trovare soluzioni contro la crisi idrica che quest’anno ha messo in ginocchio centinaia di aziende nelle campagne del nord Sardegna.
“Scendiamo in piazza perché non vogliamo trovarci mai più nella situazione vissuta quest’anno”, hanno deciso gli imprenditori agricoli del Sassarese che si sono ritrovati in duecento, a Guardia Grande, per fare il punto sull’emergenza idrica e lanciare un messaggio preciso alla Regione: le piogge di questo periodo sono una boccata di ossigeno, ma la categoria si è trovata sull’orlo del baratro a causa dei ritardi nella programmazione irrigua. Non possono più essere rimandati i provvedimenti in grado di evitare il ripetersi dell’emergenza. Il confronto, promosso dal Consorzio di Bonifica della Nurra insieme alle associazioni professionali degli agricoltori, si è concluso con la decisione di manifestare in piazza per riproporre alla Regione quattro questioni cruciali: l’assegnazione delle acque per l’uso agricolo, il conferimento dei reflui della città di Sassari nel bacino del Cuga e il suo eventuale affidamento in gestione al Consorzio di Bonifica, il riconoscimento dei danni causati dall’ultima siccità e la revisione del quadro normativo.
“È stata un’assemblea partecipata e attenta – spiega Gavino Zirattu, presidente del Consorzio Bonifica della Nurra – non sono mancati momenti di tensione: gli agricoltori sono stremati dalle difficoltà vissute negli ultimi mesi, e temono di trovarsi punto e a capo quest’anno e il prossimo. È il momento che la Regione affronti in modo strutturale la situazione per dare più certezze a chi continua a investire nelle campagne”. All’incontro hanno preso parte l’assessore al Bilancio del Comune di Sassari Simone Campus, il vicesindaco di Porto Torres Marcello Zirulia e il presidente della Circoscrizione unica del Comune di Sassari Luigi Correddu. “Negli ultimi mesi abbiamo chiesto inutilmente un incontro alla Regione, adesso la mobilitazione è l’unico modo per mostrare a tutti il disagio in cui si trova l’intero comparto”, conclude Zirattu.