E’ polemica tra Regione e alcuni abitanti di Orgosolo sui miasmi e sui liquidi che fuoriescono dalle crepe di una fossa aperta per interrare i maiali abbattuti dall’Unità di progetto per l’eradicazione della peste suina nell’area di Sant’Antiolhu, dove ogni anno si celebra la festa in onore della Beata Antonia Mesina. Nel paese della Barbagia esplode la protesta con minacce di un esposto alla Procura della Repubblica nei confronti della Regione, a cui fa capo l’Unità di Progetto.
La struttura regionale replica che il sito è stato bonificato e che nell’area sono presenti anche altri rifiuti pericolosi, carcasse di animali abbandonate. “Giusto debellare i maiali malati – dice la moglie di un allevatore della zona – ma qui si rischia un’epidemia. Abbiamo chiamato la Forestale e i Carabinieri ma a breve porteremo la nostra denuncia in Procura”.
“C’erano tanti posti dove si potevano interrare gli animali morti – afferma – perché proprio in un posto dove c’è una fontana e dove ogni anno vengono a festeggiare e divertirsi centinaia di persone tra cui moltissimi bambini? Questa non è l’unica voragine aperta per interrare i maiali – prosegue la donna – si rischia di contaminare le falde acquifere e quelli che nei pagheremo le conseguenze in termini di salute pubblica siamo noi”. Secondo l’Unità di Progetto, “potrebbero essere state le piogge o altri fattori climatici, che in questi giorni hanno interessato l’agro di Orgosolo, ad aver provocato le crepe nel suolo dove lo scorso 8 marzo sono stati interrati i 72 maiali allo stato brado illegale abbattuti. Le faglie sul terreno, attraverso cui sono emerse ridotte quantità di liquami, sono state prontamente segnalate da una pattuglia del Corpo forestale, che le ha individuate. In meno di 24 ore – prosegue la Regione – il sito è stato bonificato. La fossa di smaltimento dei suini era stata scavata in maniera scrupolosa, in prossimità del luogo di abbattimento dei maiali così da evitare trasporti pericolosi di animali infetti”.