L’ex donna dell’Anonima sequestri aveva trasformato una pensilina degli autobus in una baracca fronte mare. Gli operai del Comune di Sassari, assistiti dagli agenti della polizia locale, hanno sgomberato la casa di fortuna costruita alla Rotonda di Platamona da una clochard sassarese di 82 anni, Elsa Sotgia, ritenuta un’esponente dell’Anonima sequestri, condannata negli anni ’80 a vent’anni di carcere per il rapimento dell’imprenditore sassarese Pupo Troffa, sequestrato nel 1978 e rimasto per otto mesi nelle mani dei suoi carcerieri, fino al pagamento di un riscatto da 1 miliardo di lire.

Elsa Sotgia all’epoca era la compagna di Antonio Felline, l’uomo che gli inquirenti identificarono come la mente che in quegli anni organizzò decine di sequestri di persona. Una storia d’amore che Elsa ha pagato con il carcere, benché si sia sempre dichiarata innocente. Lei da quando è uscita dal carcere ha scelto di vivere senza una casa, in totale libertà, sempre in riva al mare di Platamona. Già più volte negli ultimi anni le sue tende o baracche di fortuna sono state rimosse di forza dalle autorità. E sempre lei ha rifiutato l’aiuto dei Servizi sociali, un letto in ostello, un vero tetto sulla testa. Questa mattina per rimuovere la sua casa di legno e cartone ci sono volute ore di lavoro e ben due camion riempiti con materiale destinato alla discarica. La baracca ricavata attorno a una vecchia pensilina per l’autobus in disuso, con la panchina trasformata in letto, era diventata un problema di igiene pubblica: all’interno erano accumulati rifiuti di ogni genere e avevano trovato rifugio decine di topi.