Confartigianato Sardegna lancia l’allarme delle imprese artigiane per “per la situazione che si creerà negli Stati Uniti con l’imposizione dei dazi, che potrebbe crearsi in Inghilterra con la Brexit e che persiste da tre anni in Russia, a causa dell’embargo”. A far sentire la propria voce sono Antonio Matzutzi e Stefano Mameli, rispettivamente residente e segretario dell’associazione.
Alla fine del 2016, secondo i dati dell’Osservatorio per le Micro e Piccole Imprese di Confartigianato su fonte Istat, le esportazioni sarde negli Usa e in Inghilterra ammontavano a oltre 217 milioni di euro di prodotti lattiero caseari, granaglie, prodotti amidacei, tessili, abbigliamento, legno, lapidei e semilavorati minerali. In minima parte anche petroliferi ed energetici. Negli Stati Uniti si è arrivati a 148,4 mln (10/o posto e 3,6% del totale), di cui 104,1 mln di alimentari e bevande. Nel Regno Unito a 69,3 mln (15/o posto, pari all’1,7% dell’export isolano), di cui 60,3 mln di prodotti manifatturieri.
“Negli USA esportiamo soprattutto prodotti agroalimentari, come il formaggio – ricordano – mentre in Inghilterra arrivano tantissime altre nostre produzioni come il sughero o i materiali lapidei. Soprattutto nel Regno Unito ci saranno le maggiori difficoltà perché le merci non viaggeranno più come attualmente accade. Immaginiamoci solamente quali saranno i problemi di sdoganamento alle frontiere”. “In ogni caso – continuano Matzutzi e Mameli – la Sardegna dovrà andare avanti anche con i dazi americani o con la Brexit. Le due situazioni influiranno non poco ma crediamo che la situazione che verrà a crearsi spingerà le imprese a puntare su innovazione, qualità e formazione ma soprattutto le costringerà a trovare nuove vie commerciali, come quelle dell’est o dell’Oriente. Probabilmente un aiuto potrà arrivare dalle oscillazioni del tasso di cambio”.
Confartigianato Sardegna sottolinea “il rischio è quello di tornare indietro di decenni, passando da una situazione di libera circolazione di merci e lavoratori ad una frattura profonda, fatta di chiusura dei mercati e ripristino di dazi e tariffe, sia da una parte che dall’altra”.