Uno sciopero della fame per protestare contro “l’uso politico e strumentale degli atti giudiziari”.

E’ giunta al quarto giorno l’iniziativa del neodeputato di Forza Italia, Ugo Cappellacci, indagato dalla Procura di Cagliari per una presunta corruzione avvenuta nel 2013, quando era presidente della Regione Sardegna. Secondo Cappellacci si tratta di “un episodio scandaloso: a pochi giorni dalle elezioni del 4 marzo una ‘manina misteriosa’ ha consegnato illecitamente degli atti della Procura di Cagliari al fine di innescare la macchina del fango alla vigilia del voto”. “In questi anni – spiega l’esponente del centrodestra – ho subito una serie di processi, accompagnati da titoloni sui giornali, dalla sofferenza mia e della mia famiglia, dallo sfregio della mia immagine pubblica e della mia vita privata e per ben cinque volte si sono risolti in proscioglimenti, assoluzioni, archiviazioni. Anni di vita persi senza che nessuno chieda scusa”.

Da qui la decisione dello sciopero della fame, giunto al quarto giorno, con cui Cappellacci chiede che sia aperta un’inchiesta su chi e perché abbia consegnato alla stampa degli atti riservati. Ogni giornata di sciopero della fame – annuncia Cappellacci – sarà accompagnata dal racconto sulla sua pagina di Facebook di una storia di malagiustizia, di vite rovinate e spesso terminate a causa di un errore. “Questo – ha concluso – è il mio modo di battermi per una Giustizia giusta, nella quale credo ancora”.