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Adesso, nel quadro dei suoli eleggibili a premio comunitario ci sono anche i pascoli locali tradizionali. Un mese fa la Regione Sardegna ha inviato ad Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, gli aggiornamenti necessari, e oggi il ministro Maurizio Martina ha annunciato che il nodo delle pratiche salva-pascoli è stato risolto. In questo modo gli imprenditori agricoli sardi interessati potranno ottenere tutte le somme previste, si tratta di svariati milioni di euro.

Il motivo per cui tantissime domande erano rimaste bloccate, è che le Regioni non avevano registrato le Pratiche locali tradizionali (Plt) per le quali le imprese avevano richiesto i contributi previsti dalla politica agricola europea. Una volta completato l’adempimento, l’Agea ha potuto attuare il cosiddetto refresh, cioè l’aggiornamento che sbloccherà le pratiche.

“Non possiamo che essere soddisfatti – commenta l’assessore regionale Pier Luigi Caria – le cose si sono risolte grazie al lavoro dei nostri uffici. Questo risultato determinerà lo sblocco di numerose pratiche dei pastori sardi su Domanda unica e Psr dove erroneamente erano state segnalate delle anomalie. Il riconoscimento del pascolo locale tradizionale, elemento distintivo delle produzioni sarde di elevata qualità, è prerogativa indispensabile per le buone pratiche dell’allevamento dei nostri pastori, soprattutto di quelli che operano nelle zone più rurali: Nuorese e Ogliastra”.

“Si tratta di una bella notizia attesa da tantissimi allevatori – sottolinea Coldiretti Sardegna – ora attendiamo che arrivino finalmente i denari”. Per il senatore del Pd Silvio Lai, “l’annuncio dato da Martina è importante perché in Sardegna sono numerosi i terreni pascolabili sotto chioma”. Il parlamentare sardo si era già occupato di refresh, sollecitando quella modifica dell’interpretazione sulle superfici agricole utili per esigere premi comunitari che aveva aperto all’inserimento dei pascoli locali tradizionali. “Quando scrivemmo la prima volta a Martina – ricorda Lai – segnalammo le peculiarità dei pascoli sardi evidenziando un potenziale danno economico molto pesante per le nostre imprese agricole. Ora si correva un rischio simile”.