E’ il penultimo lunedì di campagna elettorale e Luigi Di Maio, dopo il sisma delle “restituzioni fantasma”, prova il rilancio per il rush finale. Perché, al di là del “refrain” secondo cui l’inchiesta delle Iene abbia “aiutato” il M5S, il caso dei rimborsi ha sferrato un colpo tangibile al Movimento. Colpo al quale i vertici hanno reagito con una raffica di espulsioni e con l’esaltazione delle “regole ferree” interne ai pentastellati.
In questo contesto, non è un caso che abbiano deciso di intervenire, in due modi e luoghi diversi, Beppe Grillo e Davide Casaleggio. Il primo, con un post notturno sul suo blog, ha di fatto messo in campo il primo messaggio elettorale da quando è iniziata la campagna. “Il 4 marzo votate il M5S, avete l’occasione straordinaria di votare non il meno peggio ma i peggiori”, è il messaggio tutto ironico di Grillo che risponde a suo modo alle polemiche sul caso rimborsi. E, poche ore prima, era invece Casaleggio ad accompagnare Di Maio ad un evento nel milanese per portare avanti la candidatura di Stefano Buffagni, penalizzato dalle parlamentarie. Un duplice intervento, che molto probabilmente si ripeterà per la chiusura del 2 marzo e che si concretizza nel momento in cui Di Maio imbocca una exit strategy dal momento più difficile della campagna. A Cagliari, nella tappa sarda del suo rally, il capo politico ostenta sicurezza.
“Noi siamo la prima forza al 30%, è logico che ci attacchino”, sottolinea, “eliminando” dalla competizione elettorale il Pd di Matteo Renzi. “Il 4 marzo sarà un ballottaggio tra noi e il centrodestra, il Pd è fuori combattimento e Renzi sulle restituzioni fa campagna per noi”, spiega il leader del Movimento in una Regione dove i pentastellati sono dati in forte vantaggio. E Di Maio attacca frontalmente il Pd sul caso dell’indagine al figlio di De Luca. “Il Pd ha rottamato la questione morale di Berlinguer, De Luca si dimetta”, è la sua stoccata. E’ al Sud, invece, che si concentrerà in questi giorni la campagna di Alessandro Di Battista. Prima a Lauria, poi a Corleone e a Casal di Principe, il “Dibba” lancerà il suo messaggio contro “le stirpi della politica, dai Pittella ai De Luca”, rilanciando il messaggio di legalità del Movimento delle origini.
“Piazze, rete, partecipazione, sono fiducioso sul fatto che l’esito delle Regionali in Sicilia non si ripeta”, spiega Di Battista esorcizzando quella che, con Giancarlo Cancelleri, si è rivelata una vittoria di Pirro. Il 26, la campagna di Di Maio si concluderà a Palermo. Poi, saranno i giorni decisivi per la definizione di quella squadra di governo che al quale il M5S sta già lavorando in questi giorni e che si vuole presentare prima del voto, probabilmente nella serata finale del 2 marzo. Una squadra che sarà in buona parte composta da esterni che, per ora, resta top secret. Possibile che in qualche dicastero si guardi anche ai candidati “esterni” schierati per l’uninominale ma, tra i pentastellati la prudenza è altissimi. Gli “errori” commessi nelle verifiche per i candidati della società civile, per l’esecutivo “ombra”, non saranno permessi.