La chiave per vincere è l’unità a sinistra perché le diversità “non sono un peso ma una ricchezza”. Luciano Uras, candidato del centrosinistra nel collegio uninominale di Cagliari per la Camera, punta su questo. “Per progettare il futuro dobbiamo prima recuperare il valore dell’elaborazione collettiva”, dice alla presentazione ufficiale della sua candidatura al Teatro Massimo di Cagliari, davanti a una platea gremita.
“Dobbiamo fare uno sforzo per lavorare assieme e perseguire lo stesso obiettivo”, continua rivolgendosi ai candidati ed esponenti degli altri partiti presenti in sala. Tra gli altri: Riccardo Lo Monaco (+Europa capolista al Senato), Renato Soru, Francesco Sanna (Pd, secondo in lista nel collegio sud Sardegna per la Camera), Paola Pinna (Pd, terza nello stesso listino), Cristiano Erriu (assessore Urbanistica, Pd area Cabras-Fadda), Anna Maria Busia (Cd), Massimo Deiana (Pd, presidente Autorità portuale). Per Uras le politiche del 4 marzo “sono una tappa in salita”.
Un appuntamento “che dobbiamo vincere lavorando in un clima di rispetto e sviluppo dei valori democratici e della Costituzione”. Rivendica la volontà di “progettare il futuro anche con chi ha una cultura indipendentista”. E si dispiace per la scelta del gruppo Psd’Az di andare con la Lega, “partito lepenista e parafascista: bene ha fatto Zedda a sanzionarla ritirando la delega a un assessore”. Sui sondaggi sfavorevoli si dice “disinteressato: se ci avessi fatto caso, mai avremmo potuto candidare Zedda a sindaco”.
A presentare Uras al Teatro Massimo, sul palco, ci sono Romina Mura, capolista nel proporzionale sud per la Camera e in corsa nell’uninominale di Carbonia, e lo stesso sindaco di Cagliari. “Oggi la platea è variegata – osserva Mura – noi siamo il centrosinistra con una storia comune e un filo conduttore che unisce le esperienze amministrative locali”. In questi giorni, aggiunge, “dobbiamo curare il rapporto con l’elettorato indeciso, su questo possiamo lavorare”. Sull’unità insiste anche Zedda: “è indispensabile ritrovare elementi comuni tra noi e non motivi di divisione, quanto più saremo forti tanto più riusciremo ad alzare un argine contro gli estremismi”.