Nuovo shutdown per l’amministrazione Trump, il secondo in meno di tre settimane.
Dalla mezzanotte di Washington, le sei dei mattino in Italia, è scattata virtualmente la chiusura degli uffici federali, a partire da quelli meno essenziali. A causare lo shutdown è un senatore repubblicano, Rand Paul, un conservatore ‘libertario’ esponente dei Tea Party che ha parlato in aula per oltre sei ore contro il rischio di un aumento del deficit impedendo il voto di un accordo bipartisan sul bilancio entro la deadline. I leader del Senato prevedono di mettere al voto nella prima mattina di venerdì ora di Washington (nel primo pomeriggio in Italia) l’accordo bipartisan per rifinanziare il bilancio federale e revocare così lo shutdown. Il testo però dovrà passare prima alla Camera (dove restano alcune incognite) ed essere firmato dal presidente.