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“Mai più militari morti e ammalati senza sapere perché, mai più una ‘penisola interdetta’”. Sono gli obiettivi perseguiti dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito, che oggi ha presentato la sua relazione finale dando spazio anche a quello che è “il simbolo della maledizione che per troppi decenni ha pesato sull’universo militare: la Penisola Delta del Poligono di Capo Teulada, utilizzata da oltre 50 anni come zona di arrivo dei colpi, permanentemente interdetta al movimento di persone e mezzi”.

Il documento è stato illustrato dal presidente Gian Piero Scanu (Pd). “Le immagini satellitari – indica la relazione – ritraggono una discarica non controllata: sulla superficie tonnellate di residuati contenenti cospicue quantità di inquinanti in grado di contaminare suolo, acqua, aria, vegetazione, animali. E l’uomo. Non sorprendono, a questo punto – aggiunge – le indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Cagliari per il delitto di disastro doloso. L’omessa bonifica per ragioni di ‘convenienza’ economica e il prosieguo delle esercitazioni sono scelte strategiche che stonano a fronte di un crescente e assordante allarme prodotto dalla penisola interdetta tra cittadini e istituzioni”.

“Mai più – è l’auspicio della Commissione – una gestione del territorio affidata in via esclusiva all’autorità militare, senza interlocuzioni con l’amministrazione dell’ambiente, con la Regione e con le autonomie locali. Garantire al meglio la sicurezza e la salute dei militari non è un sogno, ma un atto dovuto alle nostre forze armate per l’impegno e lo spirito di sacrificio dimostrati ogni giorno al servizio del Paese”.