Brutta esperienza politica per Tiziana Mori, da sempre impegnata nel settore della comunicazione e del volontariato. Il suo nome è finito tra i candidati sardi del Movimento 5 stelle nella piattaforma Rousseau…a sua insaputa. Tiziana, che si occupa di progettazione europea e cooperazione internazionale, si era avvicinata in questi anni al Movimento 5 Stelle fino a essere regolarmente iscritta al Movimento. Nelle ultime Parlamentarie però il suo nome ha fatto capolino tra i possibili rappresentanti 5 stelle, senza però aver fatto nessuna richiesta di candidatura.

Ha risposto in questo modo alla nostre domande:

Tiziana, ti sei candidata alle Parlamentarie del Movimento 5 Stelle in Sardegna?

No, non mi sono candidata, pur essendo un’iscritta certificata.

Eppure sei risultata tra l’elenco dei possibili candidati nella piattaforma Rousseau, giusto? Cosa è successo?

Tiziana Mori, la candidatura a sua insaputa sulla piattaforma Rousseau

La mattina del 16 gennaio 2018 ho ricevuto diverse telefonate da tanti amici che mi chiedevano come mai mi fossi candidata al Senato per il Movimento 5 stelle in Sardegna, e non avessi detto loro nulla: in quell’occasione ho scoperto di essere stata inserita nella votazione online per le Parlamentarie. Il mio nome non solo era sul sito Rousseau, ma appariva anche sui quotidiani cartacei e on line. Siccome non amo fare discussioni sterili e polemizzare, ho cercato di capire che fosse accaduto.

Raccontaci.

Ho supposto che essendomi riscritta alla nuova associazione, nella compilazione delle nuove schede dovesse essersi caricato on line qualcosa di errato. I giorni successivi ho scoperto che non sono stata l’unica ad avere avuto questo problema: tantissimi si sono ritrovati candidati a loro insaputa in diverse regioni italiane. Per questo, e per correttezza nei confronti del gruppo di iscritti a Quartucciu di cui faccio parte e che aveva già trovato un candidato condiviso, ho subito pubblicato la rettifica. Ma non solo: in giornata sono stata contattata anche da diversi attivisti vicini a dei portavoce, che mi hanno chiamata per chiedermi se mi fossi candidata. Io ho ribadito di non esserlo, e che quindi volevo essere tolta dall’elenco.

La votazione sulla piattaforma

Fammi capire: sei stata candidata…a tua insaputa?

Esattamente. Non avevo né compilato la schermata che i candidati proponenti erano tenuti a compilare su Rousseau (e quindi la foto, i siti web personali, il collegamento a Meetup, curriculum vitae personale-lavorativo e quello da attivista, .ndr). E ancor di più non ho inviato la documentazione che il Comitato elettorale del Movimento 5 stelle per le elezioni politiche richiedeva a chi si candidava, come requisito per accettare e definire le pratiche di candidatura, pena l’inammissibilità. Burocrazia che doveva pervenire nel termine perentorio del 15 gennaio 2018: certificato penale e certificato dei carichi pendenti da inviare con Raccomandata1. Ringrazio comunque per l’ammissione sulla fiducia senza aver prodotto alcun certificato, curriculum, dichiarazione intenti, e i già menzionati documenti.

Dopo tutto questo, che pensi sia successo?

Qualora avessi voluto candidarmi alle Parlamentarie non avrei esitato a condividerlo e renderlo noto: sono una persona molto conosciuta per via del mio lavoro nell’ambito della comunicazione e del volontariato anche fuori dalla Sardegna, e non mi tiro mai indietro e ci metto sempre la faccia in tutto ciò che porto avanti e in cui credo.

E la tua privacy?

Bella domanda: la mia privacy è andata a farsi benedire. Mi domando allora a cosa sia servito ritardare la pubblicazione dei dati per rispetto della privacy dei candidati in corsa, che nel frattempo si erano ritirati, se addirittura appare il mio, senza aver compilato i documenti necessari? Spero che si tratti di un errore, ma mi aspetto delle scuse pubbliche dal momento che sono un personaggio conosciuto nel mio ambito lavorativo, e in questi giorni sono tempestata di telefonate da tanti amici che mi chiedono perché io sia addirittura stata votata. Vorrei a questo punto sapere pure io cosa sia accaduto, perché numerosissime persone che avevano prodotto tutto sono state invece escluse, senza motivazione, fatta eccezione per spiegazioni apprese dalle interviste televisive rilasciate dai big del Movimento, dove venivano epitetati e tacciati come “delinquenti, omofobi, massoni o razzisti”, di fatto persone “indegne”, e io ne conosco tantissimi personalmente e sono invece persone oneste. Per questo, mi sono indignata da iscritta, e mi chiedo come siano state effettuate le ‘scremature’ dai referenti locali sardi.

Deduco che tu abbia perso fiducia nel Movimento. A tuo parere le Parlamentarie sono state lo strumento democratico che dicono di essere?

Errare è umano, perseverare è diabolico, per cui se loro mi dovessero contattare per scusarsi credo che lascerò perdere. Altrimenti resterei molto amareggiata e con molti dubbi. No, per me le Parlamentarie sono state ‘democratiche’ in astratto, ma non nel concreto. Perché obiettivamente tutti quelli che avevano i requisiti potevano proporre la loro candidatura, però c’era un’evidente sproporzione tra i portavoce candidati uscenti e i ‘meri’ attivisti candidati ex novo. Tra l’altro, ci tengo a sottolineare che rispetto alle precedenti Parlamentarie del 2013, sono ancora on line i curricula e le dichiarazioni di intenti e addirittura i video con cui i candidati di allora si fecero giustamente conoscere dagli iscritti. Questa volta non è avvento nulla di tutto ciò.

E il voto sulla piattaforma?

Il meccanismo per votare era farraginoso: consisteva nel cercare le persone tramite filtri (età, sesso e professione) per poi trovare il candidato. Per cui il curriculum appariva in quel singolo momento e non si poteva comparare agli altri, in quanto non si poteva cercare i candidati per nome, e si doveva necessariamente fare tutti questi passaggi ogni volta che si doveva esprimere una preferenza. Oltre al fatto che cadeva spessissimo la linea, e in tanti nemmeno sono riusciti a votare. Gli indecisi di sicuro non avrebbero mai potuto comparare i curricula dei ‘nuovi’ per scegliere chi votare. Ha votato di sicuro solo chi aveva già un nome in mente: è scontato che i nomi più conosciuti fossero quelli dei portavoce uscenti, il che spiega come in tutta Italia si sia confermata la maggior parte di loro.