“Ma i soldi stanziati al Trenino verde dove vanno a finire?”. Se lo chiedono gli operatori turistici ogliastrini che, per il quarto anno di fila, non hanno garanzie sulla prossima stagione turistica e devono fare i conti con l’incertezza della riapertura del servizio.
“Siamo furiosi”, sostiene Alessandro Murino, vicepresidente dell’associazione turistica Trenino Verde Alta Ogliastra. “Ogni anno ci impegniamo per investire su questa risorsa regionale e ogni volta perdiamo puntualmente dei soldi per problemi che sembrano insormontabili”.
Parrebbe arrivare dall’Arst la conferma che sia impossibile riaprire le tratte prima di settembre ma i conti, secondo Murino, non tornano. “Sono anni che il trenino usufruisce di finanziamenti da milioni di euro: 15 per un triennio. Quest’anno oltre ai 5 per la ‘gestione ordinaria’, (ordinaria poi non si sa di cosa!), sono stati stanziati altri 5,8 per il ripristino e la risoluzione di alcune criticità. Ma i soldi dove vanno a finire? I finanziamenti arrivano, il treno non passa e i soldi vengono spesi: possibile che il gasolio per questi locomotori costi cosi tanto? Non basta dire ‘i soldi li stiamo mettendo’, se poi non si verifica effettivamente come vengano utilizzati”.
“A me pare – continua Murino – ci siano molte idee confuse. Siamo passati dalle certezze, dichiarate dal rappresentante regionale del territorio Franco Sabatini, di puntare sulla riapertura del Trenino verde dal primo giugno al 15 ottobre, a proposte come quella di far viaggiare per un mese il trenino sulla Arbatax-Tortolì, di cui a mio parere non ne vedrei l’utilità, se non per permettere ai turisti di fare compere nell’area industriale e tornare in centro città. Addirittura qualcuno vorrebbe la riapertura per l’autunno che, come sappiamo bene, – sorride Murino – è la stagione di massima espressione turistica in Sardegna”.
Le guide minacciano di scendere in piazza se la Regione e l’Arst non daranno garanzie nelle prossime settimane. Fiorenza Loi, titolare dell’Infopoint e del Trenino verde point ad Arbatax, insiste: “Devono dirci se intendono o meno puntare sul Trenino verde come vettore turistico. Abbiamo bisogno di una risposta ora. Negli ultimi sei o sette anni abbiamo avuto un calo drastico del numero dei viaggiatori, e di sicuro non perché vi siano state meno richieste”.
E i problemi sembrano essere tanti, a partire dai ponti che non hanno superato il collaudo, un parco mezzi inadeguato alle esigenze turistiche e le nuove norme sulla sicurezza. “Se dovesse morire il treno – sostengono le guide turistiche – sarebbe un sicuro fallimento economico per noi ma anche un fallimento per tutta la Sardegna, orfana di uno dei sui maggiori attrattori”. Roberto Pilia, albergatore di Osini, taglia corto: “In Ogliastra stiamo morendo. Non abbiamo un porto né un aeroporto, ma possediamo un potenziale, quello del trenino, che è certamente una risorsa, ma ha sempre un mare di problemi. La gente scappa, lo spopolamento è costante, e ci dicono ancora che bisogna puntare sul turismo? Sul sito regionale viene sempre richiamato il ruolo cerniera del trenino fra costa e interno, ma sono solo parole”.
Gli operatori confermano uniti ancora: “Il trenino è unico, ma lo stiamo portando allo sfascio. In Italia si punta sul turismo rinnovando vecchie ferrovie e noi, che abbiamo quella più bella del mondo, la stiamo rovinando”. Intanto la prossima settimana si farà il punto della situazione con un incontro tra Comitato e Arst. “Aspettiamo con ansia le risposte da parte della Regione, ma – avvertono le guide – ci auguriamo che vengano soddisfatte le nostre richieste”.