Grande successo per Paolo Angeli alla Carnegie Hall: due standing ovation per un concerto che ha sfiorato le due ore.
Il chitarrista di Palau è stato accolto così dal pubblico della Carnegie Hall, gremita in ogni ordine di posti. Il concerto di New York ha assunto un sapore particolare. L’esibizione di Angeli nell’olimpo della musica mondiale, ha coronato un percorso ventennale, che ha visto il visionario musicista sardo prima creare uno strumento-orchestra unico al mondo, e, in seconda battuta, elaborare un repertorio documentato in nove album in Solo. Nella sala Zankel, davanti a 600 spettatori, Angeli ha ricreato un’intimità basata sul dialogo con il pubblico, proponendo una scaletta in gran parte basata sull’improvvisazione. Il concerto è iniziato con una lunga sezione di ispirazione mediterranea, in cui hanno trovato spazio le atmosfere flamenche di Porto Flavia, legata in forma suite alla struggente Sponde. Di seguito una suite di quasi 40 minuti che ha incluso brani come Mascaratu, le atmosfere rarefatte del Tibi e le sperimentazioni rumoristiche alla base di un’avvincente interpretazione di Brida. Da quel momento Angeli ha proposto un crescendo di orchestrazione mozzafiato, con l’immancabile Corsicana, Unravel di Björk, e la suite S’ê conclusa con una versione a cappella dello Stabat mater. Dopo la prima standing ovation Angeli si è congedato con due bis: Tra una gamba e l’Altra e Primavera Araba, magistrale rilettura del canto in fa diesis logudorese. Il tour nord americano proseguirà con concerti nell’ambasciata italiana di Washington, alla Old Town School di Chicago, nelle città di Toronto (Aga Khan Museum), Montreal (Theatre Outremont), Quebec (Palais Montcalm), all’Ottawa Jazz Festival e alla Pyatt Hall di Vancouver per il New Music Festival. Dopo una breve pausa nel mese di marzo – dedicato ad alcune date in duo con Iva Bittova e con Iosonouncane – in aprile Angeli riprenderà il Solo tour in Asia (Tokyo, Hong Kong) per proseguire in sud America nei mesi invernali.