“Quando mi accorgerò di aver nociuto alla Dinamo, mi leverò dai piedi in un attimo”. Federico Pasquini non ha smaltito la rabbia per la sconfitta con Cantù. Sul risultato ha pesato il “tecnico” fischiatogli a 58 secondi dalla fine, con Sassari avanti 85-82 e palla in mano in attacco. Pasquini era dentro il campo. Tra chi lo difende, perché se tutti gli arbitri usassero il metro di Paternicò gli allenatori non finirebbero una partita, e chi lo attacca, perché già diverse volte Pasquini aveva “invaso” e gli arbitri lo marcavano a vista, lui resta calmo.
“Sono sereno – dice – da quando ho ripreso ad allenare, siamo sempre sulle montagne russe”. Fuori dallo spogliatoio, però, nota delle differenze. “Mi sembra che rispetto al momento ci sia un’ansia esagerata, ma come società siamo tranquilli, sereni e razionali. Abbiamo raggiunto una maturità straordinaria, Sardara è il miglior dirigente d’Italia ed è un amico, perciò se avessi la consapevolezza di essere un problema me ne andrei subito”. Altra incognita: Levi Randolph.
“Non è un provvedimento disciplinare, è un ottimo giocatore e un bravissimo ragazzo ma stava implodendo e la sua presenza allungava la panchina, deresponsabilizzando il gruppo”, spiega Pasquini. A chi gli chiede se lo si rivedrà in campo, il coach risponde con schiettezza. “Sto cercando un sostituto, cerco un giocatore con caratteristiche diverse da lui, con meno palleggio, più tiro e più aggressività, più adatto ai nostri lunghi e ai nostri piccoli”. Niente nomi, ma l’identikit è tracciato.
“Cerco un giocatore subito pronto e con esperienza in Europa”. In questo clima, il Banco attende la visita della Juventus Utena: i lituani saranno di scena al PalaSerradimigni domani alle 20.30. Per Sassari è l’ultima chiamata, per andare avanti in Champions servirà vincere e sperare in una serie di incastri nelle altre partite. “Loro sono in forma, in campionato vincono quasi tutte le partite di 30 punti – avverte Pasquini – perciò dovremo impegnarci a fondo per riscattarci e uscire da questo brutto periodo”.