Andando a Carloforte per la presentazione del mio libro “Compagno T.” sulla strada provinciale 88 abbiamo trovato un raccapricciante spettacolo ai bordi della strada proprio nei pressi della centrale dell’Enel.
Enormi sacchi industriali depositati nelle piazzole di sosta e accanto ad essi altri ingombranti come pneumatici e materassi abbandonati. Sulla strada di ritorno i rifiuti erano aumentati e questa volta i nuovi sacchi erano neri.
Arrivati a Portovesme abbiamo visto diversi camion che venivano caricati di sacchi simili a quelli abbandonati sulla strada. I camion venivano caricati da una nave cargo che con tutta probabilità – ci hanno detto gli amici carlofortini – contenevano fumi di acciaieria.
Abbiamo chiamato i carabinieri i quali ci hanno detto che probabilmente i due eventi (i sacchi sulla strada e il carico al porto) non sono collegati e che quelli abbandonati sulla strada sono i frutti di una bonifica, forse proprio della centrale Enel.
Ho pubblicato tutto sul mio profilo fb e in molti hanno condiviso e commentati. Fra i molti commenti alcuni spiegano il mistero dei sacchi abbandonati sostenendo che si tratta della raccolta di rifiuti speciali che l’Anas riempie con tutta l’immondizia lasciata in piazzola: pneumatici, lavatrici, pezzi d’auto, inerti da demolizione, televisori, e ogni ben di dio. Poi arriva il mezzo con gru e li carica in un viaggio. Ovviamente – continuano i miei contatti social – é un servizio gestito in subappalto e spesso i tempi si dilatano, lasciando quei sacchi per mesi a bordo strada.
Non ho motivo di dubitare che questa spiegazione sia vera però ho due domande da rivolgere all’Anas, all’Arpas e ai comuni che interessano l’area:
Perché non si sceglie una zona delimitata e segnalata per la sosta di tali rifiuti? Lasciarli a bordo strada crea soltanto la percezione di una nuova discarica e grazie all’effetto psicologico della “finestra rotta” i cittadini incivili si sentono legittimati ad abbandonare nuovi rifiuti per strada. (tanto per capirci l’effetto “finestra rotta” è quel meccanismo psicologico per cui non si romperebbe una finestra di un palazzo custodito e ben tenuto, ma si farebbe tiro al bersaglio verso le finestre di un palazzo che presenta già alcune finestre rotte).
Perché non piazzare delle telecamere nei punti più gettonati dove vengono abbandonati gli ingombranti? A Olbia e in altre parti della Sardegna si è fatto con successo.ciò porterebbe nelle casse comunali importanti introiti, i colpevoli sarebbero sanzionati ed educati!
Altrimenti la SP88 diventerà nei fatti una lunga discarica legale e ciò non credo possa essere tollerabile!
Cristiano Sabino