“Una giornata importante ed emozionante che arriva dopo anni di ingiustificata, costosa, assurda attesa”.
Così il governatore della Sardegna, Francesco Pigliaru, dopo l’intesa firmata con il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, per la bonifica e il rilancio dell’arcipelago di La Maddalena. L’accordo conta su una dotazione finanziaria di oltre 50 milioni di euro: il loro rapido impiego sarà assicurato dalla nomina di un commissario straordinario e di un soggetto attuatore. “Avevamo preso l’impegno di far ripartire il cantiere dell’Arsenale, e lo stiamo facendo – ha commentato Pigliaru – per La Maddalena era stata tracciata una chiara prospettiva di sviluppo turistico che contava molto sull’Arsenale ma che, improvvisamente, fu abbandonata da chi decise di portare altrove il G8”.
Poi, ha aggiunto il presidente, “con i Governi Renzi e Gentiloni abbiamo lavorato per sbloccare la situazione”. L’intesa mette fine allo stallo che ha riguardato l’ex Arsenale in seguito alla dura battaglia legale degli ultimi anni tra Mita Resort (gruppo Marcegaglia) e Governo. La società aveva avuto una concessione quarantennale del complesso immobiliare che sarebbe dovuto essere il cuore degli eventi del G8 del 2009. Con lo spostamento, la convenzione fu rimodulata. Poi il lodo arbitrale riconobbe a Mita il diritto a un risarcimento pari a 39 milioni di euro per i mancati guadagni, a carico della Protezione Civile. Oggi la firma dell’accordo è stata preceduta dal perfezionamento dell’atto tra Mita, Dipartimento della Protezione civile della presidenza del Consiglio dei ministri e Regione Sardegna, con cui il complesso immobiliare tornerà nella piena disponibilità della Regione, senza alcun onere. La transazione chiude, dunque, tutti i contenziosi, con diversi passaggi significativi: l’obbligo della Protezione Civile di corrispondere a Mita Resort la somma omnicomprensiva di 21 milioni di euro, nonché la rinuncia dello Stato di qualsiasi rivalsa nei confronti della Regione e viceversa su queste somme. Mita, dal canto suo, si obbliga a consegnare alla Protezione Civile, che contestualmente consegna alla Regione (per il tramite dell’agenzia del Demanio e della Capitaneria di Porto) i beni e le strutture affidati a suo tempo in concessione.