“Bocciata la distesa di pannelli termodinamici di Gonnosfanadiga e Guspini. Ieri il consiglio dei Ministri ha dovuto prendere atto delle istruttorie degli uffici di Palazzo Chigi e del parere del coordinamento amministrativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Non esistono i requisiti per l’approvazione: bocciato! Pratica chiusa”. Lo ha detto poco fa il deputato di Unidos Mauro Pili dopo il comunicato ufficiale di Palazzo Chigi. Lo stesso deputato aveva un mese fa annunciato la definizione della pratica in senso negativo e aveva sollecitato con una interrogazione l’approvazione contraria del Consiglio dei ministri.
“Già un mese fa avevo preannunciato la decisione degli uffici del Dipartimento per il coordinamento amministrativo, Servizio concertazione amministrativa e monitoraggio in materia di territorio e ambiente. Pratica –spiega Pili – che era stata trasmessa direttamente sul tavolo della Segretaria del Consiglio dei Ministri Maria Elena Boschi che da quasi 5 mesi teneva sulla sua scrivania quei due atti da trasmettere al Consiglio dei Ministri per il definitivo diniego. Il governo ha dovuto fare i conti con un fronte compatto pronto a tutto per impedire quella devastazione e non ha potuto schivare il tema della legalità di una pratica che rischiava di aprire uno scontro titanico sul piano giudiziario. I pareri acquisiti durante la procedura a Palazzo Chigi sono stati tutti contrari e nessuno si voleva assumere l’onere di una forzatura tecnica e giuridica che sarebbe sconfinata negli interessi privati e il loro favoreggiamento. Il diniego finale da parte di Palazzo Chigi conferma che quando vi è una mobilitazione forte e decisa niente può passare sulla testa dei sardi. La marcia dei trattori e le manifestazioni su quelle aree agricole sono il segno evidente di una comunità che è in grado di ribellarsi alle imposizioni di affaristi e apparati politici ”.
“I progetti di Gonnosfanadiga e Guspini rischiavano di distruggere una delle aree agricole più importanti del Campidano sono dunque morti e sepolti – conferma Pili. Il coordinamento di Palazzo Chigi dopo diverse riunioni aveva preso atto dell’improponibilità dei due progetti e aveva trasmesso al Presidente del Consiglio dei Ministri, attraverso la Boschi, il proprio parere di fatto contrario. Si trattava ovviamente di un parere tecnico consultivo non vincolante ma dal quale il consiglio dei ministri non si è potuto discostare. Autorevoli fonti di palazzo Chigi hanno riferito che l’esame dei progetti ha fatto emergere due gravi contraddizioni, la prima quella paesaggistica e la seconda quella relativa all’uso agricolo di quelle aree. E’ stato impossibile far finta che questi due elementi. Era stato il presidente del consiglio Renzi – ricorda il deputato di Unidos – ad avocare a se le pratiche, come denunciai a ferragosto dello scorso anno. Ora, però, Gentiloni ha dovuto obbligatoriamente fermare quella forzatura gravissima considerato il parere contrario del Ministero dei beni Culturali”.
“Quello di Renzi – ha ricordato Pili – era stato un vero e proprio blitz contro comuni, associazioni e soprattutto contro i proprietari di quelle aree, allevatori e agricoltori da generazioni, che non solo non hanno mai venduto quei terreni ma erano e sono totalmente contrari a farlo. Si trattava di progetti devastanti sul piano ambientale e paesaggistico proposti su terreni di cui la società straniera non è proprietaria. Il tentativo di un esproprio per una fantomatica pubblica utilità di aree agricole private sottratte a produttori e allevatori per metterle nelle mani di speculatori e faccendieri della pseudo energia rinnovabile sarebbe stato uno scandalo troppo grande. Un piano scellerato che nascondeva faccendieri e speculatori della peggior specie, visto che pur di far razzia di incentivi milionari pubblici non ci pensano due volte ad occupare terre agricole con la complicità di organi dello Stato e il silenzio di molti”.