Il lungometraggio “Via Crucis” del regista colombiano Harold de Vasten darà il via all’XI edizione di terre di confine film festival, la kermesse nata nel 2005 ad Asuni per diventare in pochi anni un rinomato appuntamento internazionale dedicato al confronto e all’incontro fra realtà cinematografiche apparentemente lontane. Il 29 dicembre prende il via così, alle 18.30, al Museo Diocesano di Oristano, una nuova avventura targata Marco Antonio Pani nella veste di direttore artistico.

L’appuntamento rappresenta una speciale anteprima della rassegna, che entrerà nel vivo a marzo 2018 con le importanti tappe di Solarussa e Asuni e una breve incursione nella città di Sassari. Quest’anno la rassegna avrà per tema il fiume e l’acqua come luoghi di confine capaci di dividere e unire popoli e terre, mentre il Paese ospite sarà non a caso la Colombia. A presentare l’anteprima, al fianco di Pani ci saranno i rappresentanti dell’associazione “Su Disterru”, organizzatrice dell’evento, e Antonello Carboni, già direttore artistico del festival.

La proiezione di “Via Crucis” è una prima visione nazionale che godrà di sottotitoli in italiano. Un esperimento di “Cine Minga” dal quale vengono fuori immagini e atmosfere pervase di una poetica e di un senso dello humor decisamente popolare. È un film solo all’apparenza ingenuo, realizzato con la collaborazione di tutto il paese di Timbío, nella periferica provincia colombiana di Cauca. Sono solo sei gli attori e le attrici professioniste che prendono parte alle scene.

La produzione è stata resa possibile grazie a donazioni e collette tipiche dello spirito della “minga”, un’iniziativa popolare con cui le popolazioni delle campagne si uniscono per costruire la casa del vicino, riparare un bene comune o aiutare una famiglia in difficoltà. Un singolare esempio del fatto che il cinema non nasca solo a Hollywood o a Bollywood, ma ovunque si siano menti creative, passione e buona volontà.

Il regista Harold de Vasten è lui stesso uno dei fondatori di “Cine Minga”, società di produzione cooperativa che ha come scopo quello di realizzare produzioni a bassissimo costo, coinvolgendo le popolazioni dell’interno più remoto della Colombia in vere e proprie imprese collettive che si trasformano in occasione di crescita culturale e sociale.

Ad anticipare la proiezione, alle 17.30 al Museo Diocesano, sarà l’inaugurazione della mostra “Fotogrammi dipinti” del maestro Angelo Liberati, che cade in coincidenza con il momento conclusivo della rassegna “Il cinema siamo noi” curata da Antonello Carboni.

Una seconda giornata di “anteprima festival” si terrà a Cagliari il 2 marzo, alla Cineteca Sarda, con proiezioni di corti, documentari, un lungometraggio e la presentazione del programma completo.

La fase clou di terre di confine partirà a Oristano l’8 marzo, giornata della donna, con una tavola rotonda sulle figure femminili presenti nell’industria del cinema sardo, seguita dalla proiezione del film “Nel mondo grande e terribile” diretto da Daniele Maggioni, Maria Grazia Perria e Laura Perini. I due appuntamenti centrali si terranno a Solarussa dal 9 all’11 marzo e ad Asuni dal 15 al 18, con un passaggio infrasettimanale a Sassari.