Ha restituito al Consiglio regionale della Sardegna – tra i pochi casi in Italia – una cifra che sfiora i 250 mila euro, condizione necessaria per ottenere dal pubblico ministero Marco Cocco il nullaosta a patteggiare due anni di reclusione con pena sospesa. L’ex esponente politico dell’Udc Sergio Obinu, difeso dagli avvocati Pierluigi Concas e Massimiliano Ravenna, ha definito oggi davanti al Gup del Tribunale di Cagliari, Giovanni Massidda, la propria posizione nell’ambito dell’inchiesta per peculato legata all’uso illecito dei fondi destinati ai gruppi consiliari.
A Obinu venivano contestati complessivamente 650 mila euro, ma la Procura lo ha ritenuto direttamente responsabile di 250 mila, che ora ha restituito. Nelle prossime settimane il giudice deciderà se accogliere la prospera di pareggiamento. Nell’udienza preliminare di questa mattina sono comparsi nuovamente alcuni degli ex consiglieri di Udc e Fortza Paris in carica durante la XIII legislatura, dal 2004 al 2009. Ha parlato davanti al giudice anche il parlamentare Roberto Capelli, difeso dall’avvocata Anna Maria Busia, che ha rendicontato le proprie spese e prodotto estratti conto per 129 mila euro, giustificando così i propri esborsi con i fondi dell’Udc.
Una memoria è stata presentata anche dall’ex capogruppo Sergio Milia, assistito dagli avvocati Luigi Concas e Nicola Satta, che ha documentato una serie di spese e restituito al Consiglio circa 37 mila euro: soldi – ha spiegato la difesa – spesi dai consiglieri che però, contattati, non hanno fornito al loro ex capogruppo le pezze giustificative. Davanti al Gup si stanno definendo le posizioni degli esponenti di Fortza Paris Eugenio Murgioni, Pasquale Onida e Silvestro Ladu (già condannato in un altro filone di inchiesta) e quelli dell’Udc Roberto Capelli, Giorgio Oppi, Sergio Obinu, Sergio Marracini, Franco Cuccu, Tore Amadu, Antonio Cappai, Andrea Biancareddu, Alberto e Vittorio Randazzo, e il già citato Milia, l’unico ad aver scelto di essere processato con il rito abbreviato. Stralciata e archiviata la posizione di Renato Lai, difeso da Anna Maria Busia. Il 13 febbraio si prosegue con il Pm, poi la parola alle difese.