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Novant’anni dalla consegna del premio Nobel a Grazia Deledda. E l’Università di Cagliari ha deciso di dedicare alla scrittrice di Nuoro una mattinata di studio. Non solo, da oggi al 20 dicembre in Rettorato sarà impossibile sfuggire alle immagini e alle parole dell’autrice di Canne al Vento: inaugurata un’originale installazione multimediale progettata dal regista Francesco Casu con la collaborazione del gruppo Collaborative and Social Enviroinments del CRS4 e impreziosita dalle letture di Daniela Deidda.

Una giornata di celebrazioni insieme agli esperti e alle istituzioni. C’erano tra gli altri la Regione con l’assessore della Sanità Luigi Arru per i saluti della Giunta “ma anche da nuorese”, ha detto; il sindaco di Nuoro, città natale della scrittrice, Andrea Soddu, e il prefetto di Cagliari Tiziana Costantino. Un personaggio-simbolo della letteratura italiana studiato in tutto il mondo. A dare conto della formazione che Grazia Deledda ha compiuto a contatto con letture eterogenee non solo italiane e di una ricezione che supera presto i confini peninsulari, sono state chiamate Sharon Wood, docente emerita dell’Università di Leicester – curatrice nel 2007 di un volume importante sulla Deledda: “GD The Challenge of Modernity” (tradotto e pubblicato in Italia dalle edizioni Iris nel 2012) – con un intervento su “Arte e realtà nei primi romanzi di Grazia Deledda”; e Stefania Lucamante, docente alla Catholic University of America – autorevole italianista che si è occupata delle maggiori scrittrici del Novecento – con un intervento sul romanzo “La chiesa della solitudine”.

Il coordinamento è stato affidato a Duilio Caocci, docente all’Università di Cagliari, segretario della Commissione per l’Edizione nazionale dell’Opera Omnia di Grazia Deledda. La giornata è stata aperta da una lettura di brani scelti della scrittrice. “Una donna di assoluto spessore – ha detto la Rettrice Maria Del Zompo – che deve essere un esempio per tutti noi. Per questo nel piano strategico abbiamo scritto che il nostro ateneo punta sull’innovazione ma anche all’approfondimento della nostra identità. È questo che permette di non aver paura di aprirsi: per questo con questo convegno vogliamo dare un messaggio non solo al nostro interno ma anche alla nostra società”.