“Ogni passo compiuto verso la liberazione delle terre sarde occupate dalle servitù militari e sottoposte a invasive esercitazioni militari va salutato con soddisfazione. Detto questo, l’accordo di programma presentato ieri in Consiglio regionale dal presidente Pigliaru è tutt’altro che storico. E, quand’anche si concretizzasse, è anni luce lontano da quel che serve: il presidente Pigliaru è ancora in tempo a non firmarlo”.
Lo afferma il “Polo dell’Autodeterminazione”, nuovo raggruppamento dell’area identitaria che comprende i Rossomori, l’associazione Sardos, i partiti indipendentisti Liberu, Irs, Sardigna Natzione, Gentes, Comunidades e Sardegna Possibile. In una nota a firma del portavoce Anthony Muroni viene sottolineato che l’accordo “prevede un impegno a confrontarsi con lo Stato (attraverso un cronoprogramma tutt’altro che affidabile) proprio nei giorni che precedono il termine della legislatura e la fine dell’esperienza di un governo che si è più di una volta mostrato inaffidabile nei confronti della Sardegna”.
Quindi lo Stato “troverà più di una scusa per non dare seguito all’accordo. Se anche lo facesse, ripetiamo, le intese raggiunte sono tutt’altro che soddisfacenti. Anzi, rischiano di porre ancora una volta nuove spese e nuovi gravami sulle spalle dei sardi”. Il Polo dell’Autodeterminazione va poi all’attacco parlando di “restituzione-spot di un paio di spiagge” e delle mancate bonifiche, perchè non si dice “né chi le farà, né con quali soldi, né con quale finalità”.