C’erano tutte le condizioni perché l’ultimo mese della Dinamo Banco di Sardegna si trasformasse in un calvario. Solo il 12 novembre scorso la sconfitta casalinga con Capo d’Orlando certificava l’apertura di una crisi che, invece, clamorosamente si è risolta nell’arco di quella stessa nottata. Dopo diverse sconfitte e altrettante prove inconsistenti a opera dei biancoblu, il coach Federico Pasquini si era dimesso nel dopogara e il presidente Stefano Sardara, dopo aver affidato allo spogliatoio il compito di decidere se il problema fosse davvero il tecnico e se davvero il suo taglio avrebbe potuto garantire uno shock vitale, aveva deciso insieme ai giocatori di andare avanti.
Tutti insieme, appassionatamente. Chi pensava che quella ricucitura fulminea fosse solo una pezza superficiale su una ferita più profonda, ha dovuto ricredersi. Oggi la Dinamo rientra dalla Turchia, dove ieri ha dominato e vinto sul campo del Pinar Karsiyaka, superato per 79-70. Tra campionato e Champions League, per Sassari è la sesta vittoria consecutiva in un mese: una striscia aperta che non si vedeva da un bel po’, frutto di una crescita fisica, tecnica e mentale che ha certamente coinciso con quanto accaduto il 12 novembre dopo il “derby delle isole” con Capo d’Orlando, ma che ha anche una spiegazione tecnica. Squadra rinnovata, spogliatoio privo di alcuni dei suoi storici riferimenti, come Brian Sacchetti, roster valido ma molto giovane: forse il Banco di Sardegna aveva solo bisogno di tempo. All’indomani del successo in terra turca, che rilancia prepotentemente le chance di andare avanti in Europa, ne è convinto lo stesso Pasquini.
“Abbiamo incontrato una buonissima squadra e abbiamo fatto un grande sforzo perché arriviamo da una lunga trasferta – dice – abbiamo speso tante energie in tre partite, siamo stati bravi. Abbiamo disputato una sfida tostissima tre giorni fa a Brescia e siamo arrivati qui carichi, vogliamo passare al secondo turno della competizione e sapevamo di dover vincere per sperare di andare avanti. “Complimenti ai giocatori, non era facile venire qui e vincere una partita come questa dopo dieci giorni lontani da casa”.